SABATO A PAGNONA LA POSA DELLE “PIETRE D’INCIAMPO”. I PROFILI DEI QUATTRO CADUTI IN CAMPO DI CONCENTRAMENTO



PAGNONA – Il Comune di Pagnona, in collaborazione con Anpi Sezione Valsassina e Gruppo Alpini Pagnona, ha organizzato una cerimonia per la posa di quattro “pietre d’inciampo” in memoria di Martino Brumana, Adriano Buttera, Giuseppe Losma e Aldo Tagliaferri, cittadini del Comune valsassinese deceduti nel campo di concentramento nazista di Hersbruck, in Germania.

La cerimonia si terrà domani, sabato 22 marzo alle 10, nella via Centrale di Pagnona.

BRUMANA MARTINO GIUSEPPE di Dante
Contadino, nato a Pagnona il 30 settembre 1908, è chiamato alle armi il 23 aprile 1928, nel 5° Reggimento alpini, Battaglione Morbegno, matricola n° 5519. Viene congedato il 12 giugno 1929, richiamato il 28 maggio 1940 e definitivamente congedato il 10 ottobre 1940, perché padre di 4 figli. Catturato dalle Brigate nere ed SS tedesche, durante un rastrellamento il 2 luglio 1944 all’alpe Vesina di Pagnona, è
trasferito alle scuole elementari di Delebio e in seguito nel carcere di San Vittore a Milano. Il 17 agosto 1944 viene inviato al Campo di smistamento di Bolzano, da dove il 5 settembre, con il trasporto n° 81, insieme con il beato Teresio Olivelli, Eugenio Pertini, 11 Valsassinesi e altri 420 prigionieri, viene deportato nel Campo di concentramento di Flossemburg, prigioniero politico n° 21563. Trasferito nel sottocampo di Hersbruck, vi muore il 1° febbraio 1945. Ottiene il riconoscimento di partigiano caduto per la lotta di liberazione della 55ª Brigata F.lli Rosselli, con delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri n° 3203 del 26 novembre 1946.

BUTTERA ADRIANO di Bortolo
Muratore, nato a Pagnona il 15 agosto 1916, è chiamato alle armi il 17 maggio 1937, nel 44° Reggimento fanteria, matricola n° 981. Viene collocato in congedo illimitato il 17 agosto 1938 e richiamato per mobilitazione il 9 agosto 1943 nel Deposito del 67° Reggimento fanteria “Legnano” a Como. L’8 settembre 1943 è in permesso di 2 giorni presso la famiglia a Pagnona, dopo l’armistizio non si presenta al reparto di appartenenza e rimane sbandato.
In seguito ottiene l’esonero dal servizio militare e lavora come boscaiolo in località Zocche nel comune di Pagnona, per conto dell’ispettorato delle foreste di Como. Viene catturato dai nazifascisti, durante il rastrellamento del 2 luglio 1944, trasferito presso le scuole elementari di Delebio e in seguito ristretto presso il carcere di San Vittore a Milano. Il 17 agosto 1944 è inviato al Campo di smistamento di Bolzano, da dove il 5 settembre, con il trasporto 81, insieme a Teresio Olivelli, Eugenio Pertini, 11 Valsassinesi e altri 420 prigionieri, è deportato nel Campo di concentramento di Flossemburg, prigioniero politico n° 21426. Viene poi trasferito al sottocampo di Hersbruck, dove muore il 30 novembre 1944. Riconosciuto come caduto per la lotta di liberazione, con delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri n° 3489 del 9 gennaio 1947.

LOSMA GIUSEPPE NAZARO di Clemente
Contadino, nato a Pagnona il 5 ottobre 1908, è chiamato alle armi il 9 aprile 1928 ed ammesso alla ferma minima, matricola n° 5522. Il 1° giugno 1930 viene collocato in congedo illimitato, richiamato il 1° marzo 1943 per mobilitazione e contemporaneamente ricollocato in congedo perché padre di 4 figli minorenni. È catturato dalle Brigate Nere e SS tedesche durante il rastrellamento del 2 luglio 1944 all’alpe Campo di Pagnona, trasferito alle scuole elementari di Delebio e in seguito ristretto presso il carcere di San Vittore a Milano. Il 17 agosto 1944 è inviato al Campo di smistamento di Bolzano e il 5 settembre, con il trasporto 81, avendo come compagni di sventura il beato Teresio Olivelli, Eugenio Pertini, 11 Valsassinesi e altri 420 prigionieri, viene deportato nel Campo di concentramento di Flossemburg, come prigioniero politico n° 21700. Viene poi trasferito al sottocampo di Hersbruck, dove muore il 6 dicembre 1944.

TAGLIAFERRI ALDO FELICE di Candido
Muratore, nato a Pagnona il 3 settembre 1898, è chiamato alle armi il 25 gennaio 1917, nel 2° Reggimento genio zappatori. Viene promosso caporale il 20 gennaio 1918 e caporale maggiore il 28 febbraio 1919 e congedato il 16 ottobre 1920, matricola n° 9269. È catturato dalle Brigate Nere e SS tedesche durante il rastrellamento del 2 luglio 1944 all’alpe Campo di Pagnona, trasferito alle scuole elementari di Delebio
e in seguito ristretto presso il carcere di San Vittore a Milano. Il 17 agosto 1944 è inviato al Campo di smistamento di Bolzano e il 5 settembre, con il trasporto 81, con il beato Teresio Olivelli, Eugenio Pertini, 11 Valsassinesi e altri 420 prigionieri, deportato nel Campo di concentramento di Flossemburg, come prigioniero politico n° 21566. Viene poi trasferito al sottocampo di Hersbruck, dove muore il 25 dicembre 1944.
Riconosciuto come partigiano caduto per la lotta di liberazione della 55ª Brigata F.lli Rosselli, con delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri n° 3204 del 26 novembre 1946.

Altre pietre d’inciampo in Valsassina

Le pietre d’inciampo sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig in memoria di cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L’iniziativa – ricorda Augusto Giuseppe Amanti – è partita con la prima pietra posizionata il 16 dicembre 1992 davanti al municipio di Colonia, in Germania, dove 50 anni prima era stato promulgato il cosiddetto “decreto Auschwitz” da parte del comandante delle S.S. Heinrich Himmler. Con tale decreto si ordinava la deportazione di milioni di persone, non solo ebrei. L’obiettivo è, come sempre, quello di non dimenticare quanto successo nella Germania nazista di Hitler.
Le pietre d’inciampo sono dei piccoli monumenti alla memoria di uno dei periodi più bui della storia della nostra nazione.
Quadrati di ottone, delle dimensioni di 10×10 cm, sono posate vicino all’abitazione delle vittime delle deportazioni o in luoghi significativi della città, con sopra inciso il nome, la data della cattura e, quando c’è, quella della morte.
Devono il loro nome proprio all’obiettivo di “far inciampare” i passanti e ricordare loro cosa è successo proprio in quel punto della città durante l’occupazione nazifascista. L’idea di Gunter Demnig si sta velocemente propagando e le pietre già posate hanno raggiunto le 100 mila in tutti i paesi europei.
In Valsassina ce ne sono già due: una a Cassina Valsassina in memoria di Rinaldo Combi, nato nel 1910, e una a Premana in memoria di Giovanni Battista Todeschini, nato nel 1915, e posate il 27 gennaio 2023.
Con la posa di queste quattro pietre e di quelle che verranno posate nel prossimo mese (due a Ballabio e una a Esino Lario) le “pietre” in Valsassina saranno nove.

RedCult

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A GENNAIO UN’INIZIATIVA A PREMANA E CASSINA:

“È IL FUNERALE CHE MIO PAPÀ NON HA MAI AVUTO”. A CASSINA E PREMANA LE PIETRE D’INCIAMPO PER RINALDO COMBI E GIOVANNI BATTISTA TODESCHINI

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