“Buono come il pane” si dice ( o si diceva una volta ) .Così come si dice “ guadagnarsi il pane o mangiare pane a tradimento”E nel Padre nostro diciamo:” Dacci oggi il nostro pane quotidiano …”
A casa mia, da bambino, ho imparato una sorta di rispetto quasi sacro per il pane: guai a sprecarne anche un solo boccone! Ma erano altri tempi, oggi é diverso.
Noi che non sappiamo piu’ (o non abbiamo mai saputo) che cosa sia la fame,di pane ne sprechiamo ogni giorno interi quintali nelle nostre città.
E poi “il pane fa ingrassare …” Il pane é il cibo dei poveri. O per lo meno lo era, dalle nostre parti. Per questo é rimasto nei modi di dire della nostra lingua, come il simbolo di ciò che é necessario per vivere,
In un certo senso: il bene più prezioso.
Certo: per vivere, l’aria da respirare é ancora più indispensabile del cibo.
Ma di aria ce n’è per tutti (quantunque ai nostri giorni … mah !).
Invece di pane o riso o altro cibo, non ce n’é sempre per tutti a questo mondo.
Sono molti quelli che “non hanno pane”. Peccato che non possiamo raccogliere quello che buttiamo via.
Pane: simbolo elementare del bisogno e dell’appagamento, simbolo del lavoro, della fatica, del duro mestiere di vivere; simbolo di vita (non si vive se non si ha da mangiare) e della vita quotidiana (bisogna guadagnarsi da vivere).
Pane … e vino: il vino buono che fa festa, il vino buono dell’ospitalità, dell’amicizia, dell’allegria ….
Pane e vino: possiamo leggere tutta la nostra vita in queste cose: il lavoro e la festa, il dolore e la gioia.
Gli antichi, che non avevano tante altre cose, lo sapevano bene.
Offrivano alle divinità “pane e vino” come per offrire se stessi.
Come quel misterioso Mechisedek, sacerdote del Dio altissimo di cui parla la Bibbia.
E anche noi a Messa facciamo qualcosa di simile:portiamo all’altare pane e vino, come per presentare a Dio la nostra vita di tutti i giorni, con le sue miserie e i suoi sogni, la sua fatica e il suo riposo.
“Buono come il pane”, pane spezzato, pane distribuito, pane condiviso fra tutti per saziare la fame di tutti.
Così é Gesù Cristo: al termine della sua vita terrena, mentre stava per essere condannato a morte, trovandosi a tavola con i suoi amici, prese del pane, lo spezzò e disse: “Questo é il mio corpo, che é per voi”.
Come dire: la mia vita la offro per voi.
Prendete e mangiate: Sono io che vi faccio dono di me stesso, perché possiate saziare la vostra fame. Prendete e bevete: é il segno dell’amicizia di Dio per voi, garantita dalla mia morte in croce.
Cristo é pane per la nostra fame, fame di qualcos’altro dalle solite cose.
Qualcosa di cui non si fa pubblicità alla televisione e che non si può comprare né vincere alla lotteria.
Cristo pane condiviso fra tutti noi, per ritrovare e ricostruire continuamente fra noi lo spirito di fraternità, di comunione, al di là di ogni diversità e divisione.
Pane dell’Eucarestia, corpo di Cristo donato ai credenti, per diventare anche noi “buoni come il pane” capaci di condividere gli uni con gli altri gioia e dolore nel nome di Gesù.
Don Graziano vicario parocchiale
Domenica 7 giugno 2015 – Solennità del Corpus Domini