Nella prima parte della nostra breve inchiesta, l’altro giorno abbiamo affrontato il lato "pasturese" della questione, descrivendo quella che poteva essere una delle ipotesi per la famosa funivia o seggiovia alternativa o complementare a quella gà in funzione da Barzio. Andiamo però a vedere dove, secondo i più, appare maggiormente realistico (o meno improbabile) immaginare il punto di partenza da cui gli sciatori o in generale i turisti potrebbero salire al comprensorio sportivo: la zona di Cantaliberti, al confine tra i Comuni di Introbio e Pasturo.

Qui siamo in presenza di una situazione "mista", con 27mila metri quadri di terreno acquistati a suo tempo dalla Comunità Montana e una serie di aree di privati, compresa la famosa porcilaia che una volta bonificata potrebbe fornire spazi importanti a un eventuale progetto di seggiovia. In parte, il piano già esiste e prevede una struttura di trasporto "doppia", con la possibilità di utilizzare il versante dell’Angelone interessato a mo’ di parco naturalistico (buono dunque anche al di fuori della stagione dello sci). Contro questa ipotesi c’è però una situazione geologica e morfologica particolare, che rende abbastanza difficile pur se tecnicamente fattibile l’impianto di pali utili appunto a far transitare i seggiolini da e per Bobbio.

Proprio a Barzio, intanto, è alle viste una prima risposta alla forte domanda di posti per le auto nei week end e nelle giornate da bollino rosso durante l’inverno. Dovrebbero essere circa 500 quelli ricavati dall’ITB nell’ambito di un accordo con il Comune. Prima del prossimo inverno, verranno sistemati dei punti già impiegati in zona Noccoli ma ancora piuttosto precari specie in caso di pioggia o neve e sarà aumentata la disponibilità totale di spazi per le auto.

Ma dopo referendum, contrasti, progetti più o meno fantascientifici e molti fine settimana "difficili", permane la sensazione che da un lato una parte dei barziesi non veda di buon occhio quelle alternative per raggiungere le piste che siano poste fuori dall’Altopiano, mentre le idee "concorrenziali" siano diverse (si sta parlando anche di altre ipotesi introbiesi, ad esempio a poca distanza dalla caserma dei Carabinieri) ma sempre frenate da vincoli di vario genere e dalla cronica mancanza di fondi. Che in tempi come questi e per operazioni finanziariamente imponenti come quelle legate ad impianti a fune, rischia di pesare più di qualunque altra ragione.