Camillo Cavagna era salito ieri mattina alla sua baita che si trova sopra Primaluna e si affaccia sulla valle in località Crevesto. Vi ha trovato un incoveniente, noto a chi ha edifici in montagna; l’acqua non arrivava più. Qualcosa si era ingolfato più a monte. E come si fa in queste occasioni è risalito di più di duecento metri per verificare le condizioni della tubatura.
Qualcosa malauguratamente è andato storto, forse un malore o il fondo sconnesso traditore e Cavagna è caduto, scivolato per 50 metri. Nascosto dalla vegetazione, per ore il corpo è rimasto invisibile, fino a stamane quando, ripartite le ricerche (sospese dopo le dieci di ieri sera) è stato rintracciato poco dopo le nove, vicino a un torrente, a 850 metri di altitudine. Al lavoro c’erano quattro squadre del Soccorso alpino, tre della Guardia di Finanza coadiuvate da residenti esperti dei posti.
I soccorritori una volta raggiunto il luogo hanno subito constatato che per l’uomo non c’era più nulla da fare, ma hanno atteso che il medico ne desse conferma. La vittima presentava diversi traumi, che ne avrebbero causato la morte. Nel frattempo, tra ieri ed oggi, nelle lunghe ore della speranza, la moglie di Camillo e una delle figlie si erano alternate per assistere ai soccorsi. Primaluna si era mobilitata per trovare l’uomo, molto conosciuto. Anche il vicesindaco Redaelli – nel pomeriggio di ieri – aveva partecipato alle ricerche.
Camillo Cavagna lascia la moglie e tre figlie. Il funerale non è ancora stato definito.
Nelle foto sotto l’arrivo della salma a valle, a Primaluna in riva al Pioverna.