PASTURO/ACCESSO DIBATTITO TRA MANZONI E MAGGIORANZA SULL’ACQUEDOTTO RURALE



Dopo aver osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terrorismo in Francia, il consiglio è entrato nel vivo trattando il primo punto all’ordine del giorno: il rinnovo della convenzione per il segretario comunale, decaduta per l’uscita prematura del Comune di Dosso del Liro (CO) che ne faceva parte. Da regolamento, quando uno dei Comuni facenti parte di questo tipo di convenzioni si ritira, l’accordo decade e le amministrazioni hanno tempi ristretti per sostituire il Comune uscente.

La questione è stata subito risolta grazie al fatto che Parlasco è entrato a far parte del gruppo dei paesi che ne usufruiscono della convenzione per il segretario comunale; in questo modo Pasturo, insieme a Moggio, Trezzone (CO) e appunto Parlasco si sono assicurati la presenza del segretario. Sulla questione segretario comunale nessuna polemica, il dibattito invece si è acceso quando si è trattato l’argomento “acquedotti rurali” proposto dal primo cittadino Agostoni nelle “comunicazioni del sindaco”. Nel 2015, l’amministrazione pasturese dovrà mettere a punto il regolamento dell’acquedotto che fornisce l’acqua alle case situate al di fuori del paese.

Circa 180 famiglie che hanno le seconde case in montagna vengono servite da questo acquedotto pagando un “minimo” (se non si superano i 100 mc annui) di circa 40 euro annuali. Per quattro anni, da che Idrolario (ora Idroservice) ha preso in mano la gestione idrica in provincia, non era chiaro se anche la gestione dell’acquedotto rurale di Pasturo fosse gestita dalla società in questione; finalmente a metà 2014 è stata firmata una convenzione tra il Comune di Pasturo e Idrolario che esonerava quest’ultima della gestione dell’acquedotto rurale. Per questo motivo dal 2010 non era stato possibile leggere i consumi, cosa che è stata fatta a fine 2014.

PASTURO/ACCESSO DIBATTITO TRA M. MANZONI E MAGGIORANZA PER L'ACQUEDOTTO RURALE “La questione è semplice: si paga un minimo (intorno ai 40 euro) fino ad un consumo di 100 mc annui” ha spiegato il vice sindaco Marco Orlandi “chi supera i 100 mc (soltanto 6 su 178 secondo i dati presentati in consiglio) pagherà il dovuto” ha concluso.

A questo punto è intervenuto Marinello Manzoni che pur dichiarandosi d’accordo con il pagamento di un minimo per un servizio che porta l’acqua in casa anche in montagna, ha voluto sottolineare che il pagamento di un “minimo” e la possibilità di poter utilizzare 100 mc d’acqua all’anno potrebbero generare delle reazioni poco gradevoli da parte degli utenti come quella di “aprire il rubinetto e fare scorrere l’acqua solo per il fatto che è comunque tutto compreso nel minimo chiesto dal Comune”.

Come ultima “comunicazione”, il sindaco Agostoni ha voluto chiarire la questione “Pozzi-Insubria” portata alla luce dal nostro giornale in questi giorni. “Purtroppo, la casa di Antonia Pozzi è chiusa da parecchio tempo e non è possibile visitarla” ha detto Agostoni "e questo penalizza in parte il progetto Pozzi a Pasturo". Sulla acquisizione dei documenti e manoscritti della Pozzi da parte del centro internazionale Insubrico il primo cittadino di Pasturo ha detto di essere al corrente e poco soddisfatto, ma ha confermato di aver avuto contatti, soprattutto con Fabio Minazzi (Insubria) che ha rassicurato Agostoni sul coinvolgimento di Pasturo nelle future iniziative del Centro Internazionale riguardante la Pozzi.

Inoltre, anche se i documenti si trovano negli uffici di Varese, a Pasturo verranno depositate copie degli originali per chi volesse prendere visione. Nelle prossime settimane, le suore che hanno in gestione la “Casa Pozzi” insieme ad autorità del Centro Insubrico terranno una conferenza stampa per spiegare la vicenda.

 

 

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