Alle prime luci dell’alba sbadigliò e cercò di fare scroccare un po’ la sua cima ancora bagnata dalla rugiada notturna. Poi, girandosi verso il sole gli diede il buongiorno, finalmente l’orizzonte era libero di nubi e dai suoi 2400 metri poteva osservare limpidamente tutto il territorio.
Schiarì la voce e dopo aver guardato in basso per controllare che la Valle dormisse ancora, saluto con una catena di echi, le cime vicine. Centinaia di buongiorno rimbombarono tra monti e colline, e in pochi istanti tutta la catena montagnosa era sveglia bagnata dai primi raggi di sole.
Dai pascoli, pecore, capre e mucche guardarono in alto la vetta che inchinandosi in segnale di rispetto diede anche a loro il buongiorno.
Le rondini volarono in cielo cercando di sgranchire i loro muscoli incrociando nel loro spostarsi aquile e falchi che iniziavano l’arduo compito di cercare del cibo. I camosci e stambecchi saltellarono da un sasso all’altro sentendosi sicuri sotto lo sguardo attento del grande monte che spostandosi di lato lasciò passare un timido ma tiepido raggio di sole per riscaldare le prime mosse degli animali.
Scoiattoli, ermellini, lepri e marmotte salutarono con rispetto la grande montagna prima di spostarsi nei pascoli e boschi alla ricerca di cibo, intanto, giù in basso, la Valle si svegliava del suo sogno estivo e guardava in alto per dare anche essa il buongiorno alla montagna regina.
“Ecco qua, tutti al lavoro, ognuno nel suo ruolo, chi a volare nel limpido cielo, chi a saltellare tra massi e macigni, chi ad arrampicarsi sugli alberi o ad attraversare i torrenti, chi a fare il fieno o tagliare legna, oppure a far andare il maglio per trasformare il ferro” commentò la grande montagna soddisfatta di come il suo regno fosse già in movimento sotto lo splendido sole. E rimase lì, in silenzio ad osservare dall’alto il via vai sotto i suoi piedi, il giorno della Grigna era iniziato ancora una volta, il miracolo del risveglio mattutino si era compiuto ancora una volta.
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