Domenica 27 luglio si corre tra gli alpeggi di Premana. profumi, colori, entusiasmo, sport e montagna ai massimi livelli, l’ennesima conferma del perfetto abbinamento tra Premana e lo Sky Running, con campioni da tutto il mondo e semplici appassionati a centinaia, impegnati nella grande impresa del Giir. "Tante nazioni già presenti ai nastri di partenza" recita il comunicato ufficiale dell’organizzazione. Chissà cosa direbbero in Spagna e negli USA, in Svezia o comunque in giro per il mondo, se gli raccontassero che nel paese che ospita ed egregiamente organizza questo fantastico evento sportivo c’è chi recrimina ancora su una roba che con la corsa in montagna ci azzecca alla stregua del cavolo con la merenda? Se scoprissero che nel chiuso delle aziende locali c’è chi ritira la sua "storica" sponsorizzazione ad una giornata di festa (sportiva), in nome di una pur bruciante sconfitta (politica)?
La voce (che è un bel po’ più di una indiscrezione (ci sarebbero pure le lettere ufficiali) circola da giorni e proprio stasera del caso si parlerà nel consiglio direttivo dell’A.S.P. – l’associazione sportiva premanese che da sempre organizza e promuove il Giir. La riunione era già stata convocata per ragioni diciamo così ordinarie ma inevitabilmente i consiglieri dovranno fare i conti (è la parola giusta) con l’inattesa disdetta da parte di alcune ditte del paese. Disdetta: cioè ritiro (dell’appoggio economico alla corsa), ma l’espressione sta anche per "sfortuna", "sorte sfavorevole"… Le parole hanno sempre un senso, così come le azioni che si compiono. E allora, Radio Premana racconta che almeno un paio di aziende che da sempre sostengono il Giir avrebbero deciso di revocare le loro sponsorizzazioni. Ma soprattutto che il gesto non sarebbe motivato da problemi economici o mancata condivisione di scelte sportive/organizzative. No: sotto ci sarebbe la politica. Quella "piccina", peraltro. Locale locale, cioè Fazzini che batte Bertoldini, per intenderci.
Che c’entra con Burgada e la Forsberg? Con le belle salite e discese sugli alpeggi, con la passione sportiva, il sudore e la soddisfazione di arrivare fino in fondo? Con i chilometri percorsi per raggiungere queste belle montagne da tutta l’Italia e dall’estero, con le scarpe da corsa e le fascette sulla fronte, la preparazione atletica e le altimetrie, con i cardiofrequenzimetri e le tabelle orarie, i tempi intermedi e i tifosi che quasi ti sospingono a Deleguaggio e giù fino alla chiesa… Difficile trovarci una connessione. Arduo – almeno "da via" – comprendere perché qualche decina di schede in un’urna elettorale possano spingere a compiere un gesto di stizza e rabbiosamente far ritirare quello che è in fondo l’ossigeno per una sana, bella e meritevole MANIFESTAZIONE SPORTIVA.
Eppure a Premana va così. Almeno secondo i bene informati. Difficilmente le motivazioni reali verranno dichiarate, almeno in pubblico. Eppure c’è chi giura che il rifiuto di aiutare il Giir (di continuare a farlo, da parte di ditte che sempre, con altro sindaco, hanno dato una mano) nasca proprio e solo dall’incazzatura politico-amministrativa. Dall’aver visto quel nome (Nicola Fazzini) accanto alla dicitura "sindaco" al posto dell’attesissimo altro nome. E i più maligni aggiungono che, per quel’altro nome da confermare c’erano già, prenotati, i fuochi d’artificio della festa. Il che fa capire come la sconfitta di Bertoldini sia stata sì una sorpresona – negativa per tanti. Ma non giustifica, appunto, la scelta di tirarsi indietro.
Sono migliaia di euro che "saltano". Non decisivi per fare la manifestazione, ma importanti. Anche perché gli sponsor in questione a quanto pare non sono solo collegati alla singola manifestazione di fine luglio, bensì munifici e rilevanti partner economici dell’intera attività della meritevole A.S.P. Inevitabile allora cercare conferme e commenti proprio nell’associazione sportiva, dove però le bocche restano cucite. Almeno fino a stasera. Inutile chiedere dichiarazioni a Morris Codega, il presidente del club premanese che si rifiuta di rilasciare interviste e si trincera dietro il più classico "no comment" in attesa del direttivo di oggi.
Ma è chiaro che la vicenda, se portata alle estreme conseguenze, lascerà un segno.
Pur odiando le conclusioni retoriche degli articoli, VN ha una moralina finale, condita dalla inevitabile domanda appunto retorica: ma questi sponsor, se davvero hanno deciso di tagliare i fondi al Giir, non potrebbero "pentirsi"? In fondo le elezioni ormai sono passate da quasi un mese; la rabbia per la batosta del "loro" candidato sarà sbollita, no? E poi il "Gnö" se lo dovranno tenere almeno per cinque anni.
Come dire: per cinque Giir di Mont.