La macchina fotografica dei coniugi di Abbadia Lariana Francesco Gianola e Adele Croci secondo quanto riportato dal quotidiano comasco "è stata recuperata tra le lamiere dell’aereo ed ora verrà esaminata dai consulenti della Procura di Lecco" che nel frattempo ha aperto un fascicolo a carico di ignoti". L’attenzione è centrata a questo punto sulla fotocamera, che potrebbe contenere immagini preziosissime se scattate proprio poco prima della tragica caduta nei dintorni di Premana.

Intanto, i rottami dell’idrovolante sono custoditi da martedì sera all’interno dell’hangar dell’Aero Club Como, lo stesso circolo dal quale era decollato lunedì scorso il Cessna 172 destinato al volo panoramico sul lago e sulle Prealpi Orobiche.

Due le inchieste aperte per chiarire la dinamica esatta e soprattutto le cause della sciagura dei "Forni": una coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica del tribunale di  Lecco Cinzia Citterio, l’altra dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo. Nominato dal magistrato il perito ingegner Massimo Bardazza, che sta lavorando alla ricostruzione dei dettagli della caduta costata la vita al pilota Pietro Brenna, 33 anni di Como, e ai coniugi Francesco Gianola (72 anni, originario di Premana) e Adele Croci, 68enne. Un altro perito, in questo caso l’anatomopatologo Paolo Tricomi effettuerà le autopsie sui corpi delle vittime nella giornata di martedì all’ospedale Manzoni di Lecco. Successivamente il nullaosta per la sepoltura – i funerali della coppia di Abbadia dovrebbero avvenire giovedì 19 giugno nella basilica di San Nicolò, nel capoluogo.

Nella tragica caduta, complice probabilmente un urto contro gli alberi o forse un cavo, l’idrovolante ha preso fuoco; pilota e passeggeri sono stati avvolti dalle fiamme e sono stati rinvenuti in gran parte carbonizzati.

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