Si avvicinano a grandi passi le elezioni del 25 maggio, tanti sindaci in carica ci riprovano, molti altri o non potranno o non vorranno mentre il "sindacone" (quello di Lecco, Brivio) ci ritenta. Di questo e d’altro si parla nelle esternazioni di domenica 16 marzo, Che si concludono con un briciolo di autoreferenzialità: chi è Ciceruacchio? O meglio, è vero che il "Cice" ha pure dei fratelli? Certo, in armi (dialettiche) pure loro.
* Rullano i tamburi sulle candidature alle prossime elezioni amministrative.
Ecco una casistica di questi aspiranti borgomastro.
C’è chi si ripresenta nonostante abbia causato qualche danno ambientale al suo territorio o abbia fatto l’esatto opposto per valorizzare il turismo locale. Saranno rieletti perchè la gente li vota per fede partitica.
C’è chi ha sfoggiato una laurea facendola pesare sugli altri (“io parlo solo con laureati”), con il titolo conseguito inanellando una serie di “18 politici”. In Italia è (o sono) in compagnia di 6 milioni di “analfabeti di ritorno”.
C’è chi è costretto a ripresentarsi perchè ha ancora della “robba” da sistemare, quindi batte il ferro fin che è caldo, sennò sono c…i acidi.
C’è chi, nonostante il fardello di vari conflitti di interesse, non può rinunciare a mollare l’osso con polpa. Deve continuare a saltare da un paese all’altro, ma il costo della benzina non è importante.
C’è chi ha ben governato e si ripresenta. Ha un problema: tra i suoi accoliti, qualcuno è avvezzo a concedere l’acqua pubblica ai potenti. Un colpetto di ramazza è quanto mai salutare.
C’è chi si presenta per la prima volta ma lo spartito che lo ispira è vecchio. E’ una faccia nuova da spendere ma guida una cordata di interessi privati finalizzata a saccheggiare ciò che è ancora possibile.
C”è chi si presenta per la prima volta ed è animato dalla seria volontà di governare nell’interesse della collettività. E’ una razza in via di estinzione. Ha solo un problema: deve reggere alle pressioni fameliche degli architetti e dei geometri. Non è facile.
In fin della fiera, se le cose vanno così, c’è poco da stare allegri. Aveva ragione l’Aretino Pietro, che conoscendo bene i suoi marpioni, si blindava con “una mano davanti e l’altra di dietro”.
* A proposito di candidature, il borgomastro di Lecco, “Quaresima”, ha riproposto la sua.
Quanto sia opportuna, lo diranno gli elettori che terranno certamente conto che il suo primo mandato è da dimenticare.
Per due fondamentali ragioni. Non ha dimostrato di possedere alcuna visione sullo sviluppo del suo paesone (inutilmente capoluogo di provincia), formalmente bacchettone e conservatore ma, sostanzialmente, permeato di diffusa ipocrisia. In secundis ha dimostrato di non avere quelle capacità decisionali che si richiedono, soprattutto nei periodi difficili.
Da democristiano quale è, ha preferito arroccarsi nel comodo galleggiamento pur di non rompere più di tanto le balle al prossimo. Scontentando però tutti: cittadini e forze sociali.
Dato che siamo in Quaresima, potrebbe partecipare a qualche esercizio spirituale e digiunare per 40 giorni, come era in uso ai tempi.
Il problema è anche un altro. Non ha escluso di candidarsi in coalizione con il centro-destra, che vuol dire “Comunione e Liberazione”, cioè quella confraternita di anime non proprio pie, alcune di casa nei tribunali, e per questo turbano il sonno eterno di don Giussani, sempre più incazzato e stanco di rivoltarsi nell’avello.
Sono curioso di vedere se il partito di “Quaresima”, il PD, lo seguirà in questa sciagurata ipotesi.
* Dulcis in fundo. Molti si chiedono chi sia Ciceruacchio. Alcuni hanno buttato lì qualche nome, cannando bellamente. Ne sono felice.
Spiego al “volgo disperso” (in memoria dell’Adelchi del Manzoni) che Ciceruacchio è ovviamente una persona fisica ma, dietro questo pseudonimo, si celano altri due patrioti animati dal comune desidero di raccontare le marachelle e le malefatte che si consumano in “Valsassina e dintorni”.
Una sola persona non è sufficiente per raccontarle tutte. Perchè, ahimè, sono tante. Alcune inconfessabili.
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Angelo Brunetti detto Ciceruacchio (Roma, settembre 1800 – Porto Tolle, 10 agosto 1849) fu un oste e un patriota italiano, che combatté per la seconda Repubblica romana, alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia. Il soprannome ciceruacchio, datogli da bambino, è la corruzione dell’originale romanesco ciruacchiotto (grassottello).
[da Wikipedia.it]