Un dramma nel dramma della disoccupazione e delle aziende che chiudono è proprio quello della Grattarola Mobili, dove sono rimasti soltanto 35 dipendenti degli oltre cento in forza fino a pochi mesi fa, si è in attesa di una "asta competitiva" ma i tempi si dilatano e chi aspettava la cassa integrazione non ha visto un centesimo dalla primavera di quest’anno.
Per questo, dietro allo striscione sindacale, una rappresentanza di lavoratori valsassinesi si è staccata dal presidio organizzato stamattina davanti alla prefettura, dirigendosi verso la vicina sede del tribunale – luogo simbolico ma anche molto operativo data la delicata situazione dell’azienda cortenovese.
"I cassintegrati non prendono un euro ormai dal mese di marzo – tuona Beppe Cantatore, segretario provinciale della Fillea, la federazione di categoria della Cgil – i giudici devono muoversi per velocizzare le pratiche di fallimento".
Rinaldo Deidda, storico esponente della Rsu dell’azienda valsassinese, spiega che "in questo momento siamo in sessanta in Cassa integrazione, mentre una trentina di dipendenti stanno lavorando, senza turnazioni. La nostra speranza è che all’asta prevista alla fine di questo mese qualcuno prenda in mano la società e continui con la produzione in Valsassina".