Fino alle 10.25 della mattina di sabato 8 giugno, non sapevo chi fosse Giovanni Bellomi. Mi ero informato e si sapevo che si trattasi di un ricercatore valsassinese che aveva deciso di trasferirsi negli Stati Uniti per continuare con il suo lavoro di ricerca. Niente più. Quando, per coprire il servizio riguardante l’intitolazione al suo nome la scuola elementare di Cortenova, mi sono recato alla Roccolina, mi attendevo la solita cerimonia.
Mi aspettavo i soliti discorsi, i sindaci, le autorità, qualche famigliare, ma quando dal palco sono iniziate ad arrivare parole piene di emozione, sentimento e gioia sulla sua persona, ho iniziato a conoscere meglio Giovanni Bellomi.
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"Si è fatto portare di nascosto i funghi cortenovesi per farsi un risotto", oppure, "noi conoscevamo ognuno dei personaggi di Cortenova perché lui ne parlava sempre", o "mentre suonavo il violino in un campeggio del Montana, e ho interrotto il pezzo pensando di annoiare ma Giovanni mi ha detto che dovevo continuare, che stava arrivando il più bello" sono frasi che fanno veramente emozionare e conoscere le persone.
Giovanni è uno di voi, uno di tutti noi, ha detto qualcuno sul palco, e dopo aver sentito le testimonianze e gli aneddoti dei suoi amici, quelli cortenovesi e quelli che venivano da lontano, credo di poter dire anch’io che da questa mattina anche per me, Giovanni Bellomi è un grandissimo amico.
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