Ci scrive una signora, dopo aver letto la missiva pubblicata ieri dedicata alla situazione turistica nei paesi dell’Alta Valle. La seconda comunicazione conferma in qualche modo i contenuti della prima e, rivolgendosi ai Comuni interessati, afferma tra l’altro che "non si può più vivere sugli allori di anni gloriosi passati". Ecco il testo ricevuto poco fa dalla nostra redazione:
Gentile Direttore,
leggo quotidianamente VN per avere notizie riguardo all’Alta Valle dove ho acquistato un immobile per i fine settimana/vacanze di agosto.
Devo purtroppo condividere le preoccupazioni espresse nella lettera pubblicata oggi. Dal 2007, anno in cui ho acquistato casa, le cose sono notevolmente peggiorate. I primi anni, durante l’estate, quasi ogni sera tra Casargo, Margno e Crandola, c’era un evento, canoro, culinario, teatrale, etc.
La Pro Loco di Margno è scomparsa, quella di Casargo non fa quasi più niente, quella di Crandola, pur essendo piccola, qualche evento lo organizza. Ma poca cosa.
Se poi non apre neanche la piscina, siamo "fritti"! L’emorragia di villeggianti sarà inarrestabile.
Cosa offre l’Alta Valle?
Pochi sentieri e alcuni anche rovinati e mai sistemati (vedasi il sentiero che porta da Margno verso Vendrogno, il sentiero per il ponte romano a Crandola). Supermercati che chiudono e ci costringono a prendere la macchina anche contro la nostra volontà (non è una passeggiata per tutte le gambe andare da Margno a Casargo per comprare pane e latte). Supermercato con merce ridotta al lumicino (Margno) che cerca di sopravvivere (magari un aiuto da parte del Comune per favorire anche i residenti, non sarebbe male). Una sbandierata apertura delle Terme di Tartavalle, mai avvenuta se non per una piccola vendita di prodotti. I problemi della funivia per il Pian delle Betulle.
Per non parlare dei servizi di trasporto. Treno + autobus da Milano: è quasi impossibile fare una gita in giornata (questo in estate, non parliamo poi dell’inverno).
Vorrei far presente ai responsabili dei Comuni interessati che non si può più vivere sugli allori di anni gloriosi passati. Anche perché la mancanza di turismo è penalizzante anche per i negozianti, che poi sono costretti a chiudere, togliendo risorse ai paesi e quindi il famoso "gatto che si morde la coda".
E’ in periodi di difficoltà economiche come queste che i paesi di villaggiatura vicino a Milano dovrebbero dare il meglio per riconquistare quella fetta di turismo che avevano nei primi anni del boom economico. In Valsassina la natura è bella, l’aria è pulita, la città è a 80km, le case da affittare sono molte e non sono care.
Le località di villeggiatura famose sono lontane e costose, basterebbe veramente poco per allettare noi poveri milanesi desiderosi di aria pulita!
Ma purtroppo spesso ho dovuto notare che anche gli abitanti sono abbastanza prevenuti (per non dire altro) verso i villeggianti.
Sperando che le cose possano migliorare, Le invio i miei migliori saluti.
[Lettera firmata]