Qualche settimana fa, a Lecco, diversi sindaci di paesi della Valsassina e dintorni – compreso quello di Ballabio Luigi Pontiggia (collocato in area PD, già della Margherita ed ex componente della maggioranza in Provincia ai tempi di Brivio presidente) – hanno votato in sede di assemblea dei primi cittadini contro la linea dettata soprattutto dallo stesso Brivio, ovvero la cancellazione dell’ipotesi che a gestire il Sistema Idrico Integrato lecchese fosse una azienda speciale consortile. Vale a dire, il massimo del pubblico a governare la nostra acqua.
Vari Comuni dunque contrari a Virginio Brivio & C. Che invece hanno potuto contare sui sì di alcuni sindaci locali chiaramente allineati a centro destra (ad esempio Morterone e Margno, rispettivamente vicini a Pdl e CL). Ma nel calderone delle posizioni sul controllo della risorsa idrica c’è di tutto e di più. Colpito dalla risposta piuttosto forte dei paesi più grossi della Valsassina (gli avevan votato contro Premana e Ballabio, Introbio e Primaluna nonché Cremeno: messi insieme un bel dodicimila abitanti rappresentati), Brivio si è fatto guidare dall’altro PD Agostoni (Pasturo) ad un vertice in Centro Valle nel quale ha dato la sua versione dei fatti davanti ad una discreta platea di amministratori del territorio.
Intanto è tempo di elezioni, dunque tutto si "congela" in attesa di capire chi vincerà, chi deciderà e cosa anche su questo tema che scotta. Come l’acqua bollente. Ed è rovente – si dice – il rapporto tra Lario reti Holding e il Comune di Lecco dopo l’esclusione di quest’ultimo – "per mano PD" – della neonata Idroservice dalle ipotesi di gestione dell’acqua. Idroservice è la Spa voluta recentissimamente proprio dal n.1 di LrH Proserpio. Sembra che quest’ultimo sia furibondo e l’abbia fatto capire a Brivio. E anche la candidata al parlamento più votata alle primarie del PD, la giovane Veronica Tentori, non è esente da critiche, stavolta da parte del Comitato per l’acqua pubblica e beni comuni che le ha detto senza tanti giri di parole che la sua posizione in materia non è affatto chiara.
Alla vigilia di elezioni regionali e nazionali, la partita sul controllo del cosiddetto "oro blu" è quantomai attuale e pericolosa da maneggiare. tanto da aver fatto prudenzialmente spostare la decisione dei sindaci lecchesi in materia appunto a urne chiuse. Attenzione però: partiti, movimenti e singoli vengono valutati anche su questo – e PRIMA di infilare la scheda nella famosa urna. E se c’è chi nel logo mette addirittura l’acqua bene comune tra i propri simboli, il rischio di "scottarsi".