Raggiungiamo Stefano Galli al telefono e lui non si meraviglia della notizia ma sottolinea come "ancora una volta queste informazioni arrivano prima dai media e poi da chi di dovere, cioè dalla Procura interessata". Ma il ruolo di Galli è delicato, all’epoca dei fatti era capogruppo e dunque finisce "sbattuto in prima pagina" ancor più rispetto ai colleghi indagati. Ecco l’intervista di VN con l’esponente del Carroccio:

Allora, che ci dice di questa inchiesta sui rimborsi facili?
Guardi, la sto scoprendo da voi…

Strano, no?
Mica tanto: in questo paese è normale purtroppo apprendere le informazioni prima dai media e poi da chi dovrebbe rendertele note, cioè dalle Procure interessate.

Andando al merito della questione, cosa può dirci?
Non conosco la vicenda se non appunto per quello che mi dite voi, capisco che si parla di rimborsi ma era ed è tutto in regola.

Lei in questa inchiesta ha una posizione delicata, più degli altri.
Chiaro: ero capogruppo in consiglio regionale e il capogruppo diventa un po’ il "parafulmine" in casi come questi. Oltretutto è proprio questa figura quella che autorizza i famosi rimborsi. Però la cosa non mi tange, davvero. Ho la coscienza più che a posto.

Quindi questi rimborsi, per quanto la riguarda, erano legittimi?
Assolutamente. Le dirò di più: noi seguiamo rigorosamente le norme di legge; qua si può discutere l’opportunità di rimborsare un certo tipo di spese dei consiglieri, ma è legale che si faccia. E alla fine scopriranno appunto che tutto quello che è stato fatto era legittimo.