La formula è quella (come dimostra l’immagine della ricevuta pubblicata in questa stessa pagina) della "richiesta di transito sulla strada privata Introbio-Val Biandino". In pratica, chi vuole attraversare la suddetta strada deve versare un contributo – che varia a seconda del numero di mezzi e della quantità di passaggi – nonchè esonerare i proprietari "da qualsiasi responsabilità civile e penale", invitando alla massima diligenza, "tenuto conto dell’attuale stato della strada".

In sostanza, dopo una sentenza del TAR della Lombardia che ha dato ragione a una società lecchese sulla titolarità di un tratto della Introbio-Biandino, ora l’incasso viene fatto materialmente da incaricati di questa stessa società. Precedentemente, era il Comune ad occuparsi delle autorizzazioni e a mettere in cassa contributi destinati alla sistemazione della strada stessa. Ora a farlo è un soggetto privato, che si sente legittimato a riscuotere una sorta di "pedaggio" – variabile a seconda di diverse caratteristiche. Esistono veri e propri accordi stagionali ma anche entrate giornaliere. Non tutti accettano, anzi qualcuno avrebbe anche risposto per le rime alle richieste avanzate lungo la strada.

VN ha chiesto chiarimenti alla società in questione, che ha però smentito l’esistenza di questo tipo di "pedaggio".

Abbiamo cancellato dal modulo che riportiamo di seguito (uno dei vari giunti alla nostra redazione) nominativi e importi – in alcuni casi anche rilevanti, si parla di centinaia di euro/anno.

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Smorzando un po’ i toni, restiamo in tema ricordando un pesce d’aprile che nel suo piccolo ha fatto epoca, dalle nostre parti. Era il 2010 quando proprio di "pedaggi" parlammo ipotizzando una sorta di tassa che la Comunità Montana avrebbe deciso di chiedere per l’attarversamento della Valsassina. In quel caso, era uno scherzo. In quel caso…