E’ legittimamente ancora scosso e non vuole farsi riprendere, ma i ricordi dell’accaduto sono lucidissimi e drammatici. Domenico Benedetti, 73 anni, era uscito a far funghi casualmente aveva incontrato il povero Giovanni Benedetti nel bosco della disgrazia. Si erano salutati perché non si vedevano da tempo; di funghi Giovanni non ne aveva trovato neppure uno e questo rapido scambio è stato l’ultimo prima della disgrazia avvenuta "meno di un minuto dopo".

Il suo racconto è pacato ma vivido: "Ci eravamo appena separati, lui era un po’ più su di me, A un certo punto, ho sentito uno strano rumore, qualcosa sì che veniva giù, ma non capivo. Poi l’ho visto che rotolava, vedevi gambe e testa, gambe e testa. Lui che scendeva velocemente giù… Poi è scomparso qualche metro più in basso e da lì è finito nel dirupo. Ho sperato che incontrasse qualche cespuglio a fermarlo. L’ho subito chiamato: Panatt, Panatt, ma non ha risposto. E’ andato giù senza un urlo, né un lamento. Non ho visto il punto esatto in cui è finito, l’ho capito perché è arrivato il suo cagnolino che si è fermato nel punto in cui è finito nel precipizio. Sulle prime volevo scendere ad aiutarlo, ma non ce l’ho fatta".

Domenico capisce subito che la faccenda è grave e spera di salvare l’amico. Nonostante si trovi in un declivio e su un sentiero appena tracciato mette gambe in spalle e si precipita giù in paese. ha 73 anni ma corre come un giovane. Arriva a casa chiede concitato alla moglie le chiavi dell’auto per cercare il cognato di Giovanni, alla fine va a Prato San Pietro da Gilda Mastalli. Sarà lei a chiedere aiuto al 118 per il marito infortunato.

A portare nel bosco i soccorritori è Domenico, ma sarà il cane a indicare dove andare a prendere Giovanni. L’animale è rimasto lì a vegliare il posto e sulle prime a difendere il suo padrone con aria rabbiosa contro quegli sconosciuti con caschetto rosso spuntati chissa da dove. Poi anch’esso si è arreso e i volontari del Soccorso Alpino con cautela visto il luogo difficile in cui era finito sono scesi a recuperare l’uomo. L’elicottero che sorvolava l’area, infatti, ha trovato il nemico di sempre a ostacolargli il lavoro: il vento. Così sono stati i volontari del Cnsas ad arrivare in fondo.

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