MORTO IL CARDINAL MARTINI. RICORDO DI UNA DELLE SUE TANTE VISITE IN VALLE



¨Dopo un’ultima crisi, cominciata a metà agosto, non era più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all’ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico", aveva spiegato poche ore prima del decesso il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni aveva in cura l’arcivescovo emerito di Milano. Papa Benedetto XVI era stato informato già ieri sera sull’aggravamento delle condizioni di salute del cardinale.

Martini, che era stato arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, era da anni malato di Parkinson, una malattia che lo aveva costretto a ridurre sempre di più le sue uscite pubbliche. Dal 2008 viveva all’Aloisianum, la casa dei gesuiti a Gallarate (Varese).

Il cardinale conosceva benissimo la Valsassina avendola visitata ai tempi nei quali era arcivescovo di Milano ma anche prima, come dimostra l’articolo scritto da Davide Invernizzi qualche mese fa. 

Dal nostro archivio: 

Quando il cardinale Martini venne in visita 

non ufficiale 30 anni fa

Scritto da: Davide Invernizzi – 12/11/2011

Quando il cardinale Martini venne in visita <br>non ufficiale 30 anni faRenato Castelletti ci ricorda quando l’allora arcivescovo di Milano venne a Pasturo in via ufficiosa, come si organizzò con don Tullio e come passò alcuni momenti insieme a Martini. Ma anche come ci fece una foto insieme. 


Renato Castelletti racconta un fatto interessante e curioso, magari non noto ai più. Nel 1981 il cardinale venne a Pasturo per una arrampicata, e lui lo accompagnò. Ecco come andò quel giorno.

"Era una mattinata di luglio: don Tullio mi telefonò e mi disse che veniva a Pasturo Carlo Maria Martini, che allora era appena diventato arcivescovo e che era un buon arrampicatore e voleva andare in Grigna. Perciò mi chiese se gli trovavo una jeep, visto che allora io facevo il servizio per portare la gente in montagna, siccome le strade non erano come adesso e serviva gente pratica. Servivano due jeep, perchè il cardinale arrivava col segretario e altri preti. Don Tullio mi chiese di non dire niente a nessuno, perchè non era una visita ufficiale, e spargendo la voce avrebbe rovinato la sua giornata di ‘relax’. Di mattina perciò ci trovammo all’asilo per andare; dopo il viaggio passato a chiaccherare e a guardare il panorama ci fermammo al Pialeral. Loro partirono per la volta della Grigna, io tornai indietro perchè dovevo lavorare. Ci misimo d’accordo per quando dovevo tornare a prenderlo, e ci ritrovammo sempre al Pialeral, dove c’era ancora il rifugio che poi fu travolto dalla slavina negli anni 80. Siamo andati sotto alla COA e abbiamo mangiato e chiaccherato: ormai avevamo confidenza e spesso nel parlare gli dicevo: "una persona come lei deve diventare papa!". Poi siamo tornati all’asilo e il Martini è ripartito per tornare a casa. Su in Pialeral ho chiesto al cardinale se potessimo fare una foto insieme. Prima di andarsene mi aveva detto che mi avrebbe mandato la fotografia, ma io non ci speravo molto. Invece dopo una decina di giorni e arrivata, con sopra anche la dedica."



Sotto: la foto di Carlo Maria Martini, Renato Castelletti e Sandro Morganti. 

L’immagine è presente anche nel libro "Gh’era ‘na volta"

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