RETTILI, TERZA PUNTATA DELLA NOSTRA RUBRICA SPECIALE: MORSO DI VIPERA



Nell’ultima puntata dedicata ai rettili in Valsassina, realizzata con la collaborazione del naturalista Lorenzo Greco, parleremo del morso delle vipere. "Il morso da vipera è un episodio raro ma da non sottovalutare" spiega Lorenzo Greco. "Le vipere sono effettivamente gli unici serpenti italiani pericolosi per l’uomo ma gli effetti del veleno sono stati ampiamente esagerati negli anni passati".

"Il siero antivipera" commenta Greco "una volta veniva erroneamente commercializzato e venduto ma in realtà ha provocato più morti del veleno stesso, a causa dell’alta probabilità di allergia dell’uomo a questo prodotto con conseguente shock anafilattico."
 
Il veleno delle vipere ha un effetto limitato sull’uomo e lento perché entra in circolo per via linfatica e solo in seguito attraverso il sangue. Il veleno è concepito per essere letale per piccoli mammiferi e non per l’uomo, inoltre per la vipera produrlo comporta uno sforzo in termini energetici, per cui non lo "spreca" per difendersi e spesso si registrano morsi "a secco" senza iniezione di veleno.
 
Le vipere fuggono sempre davanti all’uomo, tendono ad allontanarsi appena avvertono i nostri passi, quindi se si vuole evitarle è bene produrre rumore soprattutto producendo vibrazioni al suolo, mai cercare di ucciderle.
 
Possono essere incontrate alla base di muretti cespugli e sotto i sassi quindi non mettere le mani in questi posti senza avere prima controllato. Massima prudenza quando si raccolgono mirtilli o fragole. 
 
Durante una passeggiata è sempre meglio indossare scarponi che proteggono anche la caviglia e parte del polpaccio, calzettoni spessi o stivali, anche quando si va in cerca di funghi. Conviene inoltre tenere al guinzaglio i cani, essendo questi molto più sensibili al veleno delle vipere (per questioni di massa corporea) e potenzialmente a rischio (avendo la tendenza di annusare ovunque rischiano di essere morsi sul muso).
 
In caso (assolutamente raro) di morso è estremamente inutile oltre che pericoloso incidere la ferita per succhiare il sangue avvelenato. 
 
Ciò provoca solo il rischio di emorragia. Conviene invece intervenire con un bendaggio con una fascia elastica e due pezzi di legno: una sorta di "steccatura" simile a quella di una frattura per bloccare l’arto colpito. Sfilare anelli o bracciali. Evitare di agitarsi per non accelerare i battiti cardiaci e di assumere alcoolici o altre sostanza vasodilatatrici per evitare un avvelenamento più rapido. Recarsi il prima possibile presso un centro ospedaliero o chiamare il 118.
 
Ricordiamo che si hanno almeno molte ore dopo il morso prima che la situazione possa diventare pericolosa e che gli effetti del morso sono estremamente variabile da soggetto a soggetto; gli effetti del morso sono più pericolosi per anziani e bambini, cardiopatici e persone allergiche al veleno. Per un individuo adulto e sano non ci sono rischi gravi.
 
Il morso oltre al dolore immediato nella zona colpita, causa gonfiore ed edema localizzato (grado I), eventualmente nausea vomito diarrea e malessere (grado II) che può generare ipotensione e senso di debolezza, fino a sintomi gravi (grado III) che necessitano il trattamento antidotico.
 
In Lombardia c’è il Centro Anti Veleni di Niguarda, in caso di dubbi è sempre attiva la consulenza telefonica al numero 0266101029.
 
 
Info e foto di Lorenzo Greco

 

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