AMENITÀ DA VALSASSINA E DINTORNI/10 Esternazioni notturne di Ciceruacchio



Questa settimana Ciceruacchio deve aver dormito poco perché di riflessioni ne ha prodotte ben cinque, Parte dall’Imu di Moggio, poi indaga nelle pieghe degli equilibri politici non dichiarati nei Comuni della Valsassina e a conclusione di tutto s’infila nelle logiche delle unioni di amministrazioni comunali e provinciali…

"Il comune di Moggio ha il pessimo record, nell’intera provincia di Lecco, di far pagare l’IMU più alta della seconda casa. Più di tre volte di famose località del lago come Bellagio e Varenna che, peraltro, non difettano di servizi per i residenti ed i turisti.
La cifra è di quasi 1.500 euro e non trova pari anche rispetto ad altisonanti  centri marini frequentati da decine di migliaia di turisti, soprattutto stranieri.    
L’altro record di questo paese, che non a caso viene definito “dormitorio”, riguarda la  grande quantità di appartamenti sfitti o non venduti, che fanno bella mostra anche nel periodo estivo. Con una IMU così alta, resteranno tali per sempre.
Pagare cara la tassa sulla casa non trova alcuna giustificazione, a maggior ragione se,
come e successo ultimamente, l’acqua che scende dai rubinetti del paese contiene ciò che  la ASL di Lecco definisce formalmente “coliformi”.
In questi giorni, il borgomastro Graziano Combi ha lanciato l’idea di fondere i quattro comuni dell’Altopiano (dubito che ciò avvenga senza un’imposizione dall’alto). Mi chiedo: cosa ne pensano gli altri tre colleghi dell’entità della tassa IMU di Moggio? Andrebbe bene anche per i loro comuni?

 
L’immobilismo da parte del borgomastro di Introbio, Fernando Rupani, è tale da far sorgere il sospetto che ci sia una causa ben precisa che favorisce l’impossibilità di fargli assumere delle decisioni. Faccio un passo indietro.
Alle elezioni amministrative, vinse la lista del borgomastro “Aria nuova” contro quella della “Val Biandino”, con un rapporto di forza 9 a 4.
Strada facendo Gianfranco Magni passò all’opposizione e questo rapporto giunse 8 a 5.
Un’osservatore esterno, come me, direbbe: non è cambiato nulla.
Alcuni amici bene informati mi hanno invece spiegato che, apparentemente è così, ma in realtà le cose andrebbero diversamente.
Stupito, ma non più di tanto, vengo a sapere che un altro consigliere di maggioranza, Pomi Giordano
(in foto a sinistra), non aveva ritenuto di seguire il collega Magni (il rapporto sarebbe 7 a 6).    
La permanenza di Pomi è stata salutata con un sospiro di sollievo perchè se decideva di andare all’opposizione, avrebbe trascinato con sé un altro consigliere.
L’assetto consigliare si sarebbe ribaltato 6 a 7 e il il borgomastro andava a casa anzitempo.
Perchè allora la difficoltà da parte di Rupani di assumere delle decisioni?
Sempre le stesse fonti ritengono che lo sgomitante Pomi, che è un consigliere, per restare in maggioranza detterebbe la linea alla giunta su diversi temi, alcuni scottanti come la tubazione della Norda al lago di Sasso, le centrali idroelettriche sulla Troggia, il Piano Generale Territoriale che sarebbe in fase di ultimazione.   
Non tutti i membri della lista “Aria nuova” gradirebbero, però, questo andazzo.
Non è da escludere che, sotto sotto, ci sia in corso una trattativa tra la maggioranza e qualcuno dell’opposizione, sui citati ….. temi scottanti.

*Il consiglio comunale di Margno è stato per ben due volte oggetto di una bagarre che ha coinvolto la giunta, le varie anime dell’opposizione e persino il pubblico.
Nel primo caso ritengo che tutto fosse orchestrato ad arte perché da più parti covava il desiderio pianificato di mettere in difficoltà la mag
gioranza che, come è noto, si regge per un pelo dopo il rocambolesco salto della quaglia di alcuni consiglieri dell’opposizione, subentrati a quelli  dimissionari di maggioranza.
Il pretesto è stato trovato con la riduzione dell’orario di apertura dell’ufficio postale comunicata dal borgomastro Massimiliano Malugani.
Al termine della seduta si è assistito ad un crescendo di insulti, più o meno pepati, tra litiganti d’ambo i sessi, culminati con l’assessore Fabio Pasetti che ha preso di mira il consigliere Mario Formenti con l’intenzione, forse e sicuramente mi sbaglio, di venire alle mani.
Passano alcuni giorni ed ecco una nuova seduta foriera di un’ulteriore bagarre. In questo caso la chiusura della scuola elementare (a favore di quella di Casargo) che il borgomastro dichiarava di avere scongiurato. Le accuse tra i contendenti e le contumelie più o meno pesanti, si sono sprecate.
A parte le diatribe di natura strettamente personali (magari qualche personaggio impalerebbe volentieri l’avversario, e viceversa), sullo sfondo non si è ancora placata la guerra tra i vari peones che non hanno ancora metabolizzato i conflitti di quest’inverno, avvenuti in occasione del congresso del PDL.
Colgo l’occasione per ripetermi: è inevitabile che, al più presto, i cittadini tornino alle urne, però, con un radicale rinnovamento di consiglieri.

E’ ufficialmente aperto il toto-scommesse sul destino della nostra provincia. I lacrimanti che non gradivano questa iattura, che in soldoni vuol dire soprattutto la perdita della    quadrega, hanno finalmente capito che l’aria che tira è un’altra e devono fare buon viso a cattiva sorte.
Di buon grado si cimentano allora nello studio di come salvare le penne, nelle svariate ipotesi che si affacciano: Lecco che si accorpa con Como, e/o Sondrio, e/o Monza Brianza, e/o Varese. Tre di queste parrebbero le candidate.

Per ora il primo a pronunciarsi ufficialmente è stato il PD che propone Lecco con Sondrio e Monza Brianza (Como andrebbe quindi con Varese).
In ogni caso, i nostri politici al potere partono però un po’ svantaggiati perché la fusione con alcune provincie, più forti per peso politico (SO ma anche MB), fa venire meno la necessaria forza contrattuale per poter riemergere.
Si salveranno solo quei pochi che hanno al seguito la forza delle truppe da mettere sul piatto della contrattazione politica, non importa se stanno con Formigoni (sempre che rimanga  governatore), La Russa o Salvini.
E’ infatti fuori discussione che con questo modo perverso di fare politica, la concorrenza può essere vinta solo con la forza delle tessere che ogni rais locale dispone. Non importa se qualche iscritto è passato a miglior vita o non ne è a conoscenza.
I perdenti potranno trovare, se ci riescono, una gratificazione in qualche ente non soppresso (a volte è più conveniente che fare l’assessore) e, alla mal parata, chi aveva un vero lavoro ritornerà a praticarlo.  
Io le province le abrogherei tutte, come pure le prefetture (se ne parla poco) che costano e non servono.
Resta irrisolto il problema dei piccoli comuni riguardo ai quali il premier Monti è ancora troppo generoso. Ma questa è l’amenità successiva.

E’ recente l’ipotesi da parte dei comuni di Cortenova, di Parlasco e di Taceno, di procedere a fondersi tra di loro, in ossequio alle nuove disposizioni.
Questa iniziativa è apparentemente importante, ma ci sono alcuni però.
Innanzitutto l’entità delle popolazioni sommate che non arriva ai fatidici tremila residenti previsti per legge.
Assodato che i borgomastri coinvolti ne sono pienamente al corrente, ci si chiede: perché questa inutile fusione quando era da valutare anche l’inclusione dei comuni di Primaluna e di Introbio?
Escluso Taceno, Cortenova e Parlasco fanno infatti già parte di un’unione di comuni (Centrovalle), quindi  perché mandare in frantumi questa consolidata esperienza?
Il dubbio lo toglie, forse, una lettrice di VN che, a suo parere, lo scopo di fondo è quello perseguito dal borgomastro di Cortenova Luigi Selva, di estendere verso Taceno l’area industriale del paese. Sottrae
ndo in questo modo al territorio altro verde agricolo.
Si spiegherebbe così l’autorevole benedizione di Alberto Denti che, oltre a borgomastro di Parlasco, è anche presidente della Comunità Montana, e ai buoni uffici della borgomastressa di Taceno,
Marisa Fondra, che ci si è ficcata.
Curiosamente, tutti e tre dello stesso versante politico, pur con diverse ma molto labili obbedienze.
Consapevoli di questo infortunio i nostri stanno ora correndo ai ripari. Si spiega così perché Cortenova è alla ricerca disperata della
proverbiale foglia di fico, chiedendo a Primaluna di aderire.
Frantumando ulteriormente l’Unione di Centrovalle
".

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AMENITÀ DALLA VALSASSINA E DINTORNI<br>ESTERNAZIONI NOTTURNE DI CICERUACCHIOAngelo Brunetti detto Ciceruacchio (Roma, settembre 1800 – Porto Tolle, 10 agosto 1849) fu un oste e un patriota italiano, che combatté per la seconda Repubblica romana, alla cui caduta fuggì con Giuseppe Garibaldi per raggiungere Venezia. Il soprannome ciceruacchio, datogli da bambino, è la corruzione dell’originale romanesco ciruacchiotto (grassottello).

[da Wikipedia.it]

 

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