FUSIONE DEI COMUNI: NON È ANCORA NATA MA GIÀ QUALCUNO LA METTE IN DUBBIO



Nel nostro articolo-sintesi della serata (Cortenova, Taceno e Parlasco, ad autunno parte l’iter per la fusione), pubblicato immediatamente dopo la conclusione dell’incontro, abbiamo sorvolato sulla questione specifica, puntando soprattutto sui perché della fusione e i tempi di realizzazione.Come spesso capita, i nostri lettori sono molto attenti ai particolari e cosi, la stessa signora che aveva polemizzato con gli organizzatori ci ha scritto per spiegare dettagliatamente la polemica e raccontare i fatti.

Ecco la lettera con la posizione della nostra lettrice: 
 
"Vi invio questa lettera confidando nel fatto che la pubblichiate per intero, nel rispetto della verità sulle notizie e della libertà di opinioni.

Sono la persona che, come ricordato nel vostro articolo , ha segnalato la possibilità che questa fusione, potesse nascondere l’opportunità, per l’attuale comune di Cortenova, di ampliare ulteriormente, il già troppo esteso polo industriale.

Secondo il giornalista autore dell’articolo, il sindaco di Cortenova, avrebbe smentito le mie supposizioni, ma in realtà, nessuno dei tre sindaci ha smentito le mie affermazione e neppure gli assessori ed i consiglieri presenti numerosi.

Al contrario, il sindaco di Taceno, lasciandosi sfuggire la seguente frase: "Potrà venire a fare le sue passeggiate in quel di Tartavalle!", ha implicitamente ammesso, forse senza rendersene conto, che i miei sospetti sono abbastanza fondati.

Vorrei riportare la discussione, come si è svolta.

Ho chiesto la parola a seguito di un intervento del sindaco di Parlasco, che ci parlava delle opportunità di sviluppo per il territorio, grazie a questa fusione.

Ho esordito riconoscendo la validità di una fusione fra comuni, perchè sono assolutamente convinta che, più un Comune è grosso, maggiori sono le opportunità ed i servizi che può garantire.

Ho quindi proseguito elogiando il discorso del sindaco di Parlasco, discorso che purtroppo non è attuabile sul Comune di Cortenova per i motivi sopra esposti, ed ho quindi segnalato i miei sospetti.

E’ intervenuto l’assessore Dr. Carì dandoci una lezione sulla storia della lavorazione del ferro in valle, che risale agli antichi Romani e che si è particolarmente sviluppata in paesi comeCortenova e Premana.

La storia è sempre stata, per mè, una delle materie scolastiche preferite, ma ritengo che bisogna studiarla attentamente per evitare di ripetere gli errori del passato.

Premana, per esempio, ha sempre impostato la sua economia, quasi esclusivamente, sulla fabbricazione di forbici e coltelli.

Purtroppo, da circa 20 anni, questo settore, soffre di una grave crisi e molte aziende hanno dovuto chiudere.
Penso che impostare l’economia di un paese sulla lavorazione di un solo prodotto, possa rivelarsi un errore e perciò ritengo valida una diversificazione dell’economia.

Purtroppo, in un paese come Cortenova, questo non è più possibile.Ormai l’industrializzazione eccessiva ha cancellato luoghi bellissimi che non potranno mai più tornare come prima.

Le attività commerciali sono quasi del tutto scomparse e le poche rimaste, incontrano notevoli difficoltà.
Nessuno riconosce la loro importanza per la vivibilità del paese e nessuno li sostiene.

Comunque, tornando alla discussione di ieri sera, ho segnalato il fatto che, mentre a Premana, le aziende sono state spostate, dal centro del paese, nella zona industriale di Giabbio, a Cortenova non esiste una zona industriale e, addirittura, si buttano giù le case per costruire i capannoni.

A questo punto è intervenuto il sindaco di Cortenova segnalando il fatto che numerosi premanesi lavorano, da parecchi anni, nelle fabbriche di Cortenova.

Gli ho fatto notare che la necessità di lavorare, non giustifica tutti gli obbrobri che sono stati fatti sul territorio di Cortenova e che hanno contribuito al dissesto idrogeologico.

Forse la frana che si è abbattuta 10 anni fà sul comune di Cortenova, avrebbe dovuto farci riflettere di più sul rispetto che bisognerebbe avere per il nostro territorio.

Successivamente, il sindaco di Parlasco, ha comunicato ai presenti che, questa fusione non è sufficiente a raggiungere i 3.000 abitanti richiesti dalla legge e che quindi, in futuro, sarà necessaria un’altra fusione o unione di comuni.

Questa notizia ha rafforzato ulteriormente le mie convinzioni.
Se questa fusione è insufficiente, dal mio punto di vista è anche inutile.

Il fatto che i tre sindaci vogliano comunque proseguire nel loro intento, evidentemente nasconde qualche altra motivazione.
Cordiali saluti.                              
[Lettera firmata]
 

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