A dir la verità, alcune Asl già fornivano dei servizi di assistenza gratuiti e tra queste anche la Asl di Lecco, che offriva sessioni di psicoterapia; sono stati già centotrenta i cittadini di Lecco che negli ultimi 5 anni sono ricorsi ai trattamenti della Asl.

La ludopatia è in costante crescita e ricalca lo stesso trend del settore del gioco d’azzardo, che negli ultimi anni sta vivendo un periodo di forte espansione. In effetti, giocare alle slot machine online, a poker o scommettere sembrano essere entrati nella routine di molti italiani: nello specifico il lecchese, nel 2011 era al diciannovesimo posto della particolare classifica delle province italiane dove si è speso di più. Era al quarantaduesimo nel 2010. Un balzo non indifferente.

Secondo altre statistiche si pensa che nella provincia di Lecco i soggetti a rischio di ludopatia da gioco siano poco meno di mille, ai quali se ne aggiungono circa quattromila già dipendenti, su più di 150mila giocatori.

Questo problema è visto come la nuova piaga sociale, anche a livello europeo. Molte sono state, infatti, le interrogazioni degli europarlamentari alla Commissione in materia.
Ma se da un lato c’è chi si rovina con il gioco, bisogna anche considerare che dall’altro ha creato moltissimi posti di lavoro. In effetti, oltre alle varie sale slot, centri scommesse e via dicendo, c’è tutto il mondo virtuale del gioco d’azzardo che si sta espandendo sempre di più. Oltre ai siti delle concessionarie AAMS, sono nati e stanno nascendo centinaia di siti secondari, come CasinoTop10.it, che offrono servizi accessori e che, come detto, offrono tanti posti di lavoro. Infine, c’è anche il ruolo ambiguo dello Stato che se da un lato dovrebbe salvaguardare i cittadini, dall’altro, invece, il gioco d’azzardo è una grande fonte di reddito.

Vietare o non vietare allora? Il dilemma è grande, ma sembra che al momento, almeno per quanto riguarda l’Italia, si segua la seconda strada.