”CHI HA PAURA DELL’ORSO?”: TANTA GENTE ALLA SERATA PER FARE CHIAREZZA



L’evento organizzato presso la sede della Comunità Montana è iniziato poco dopo le 21. Per l’introduzione è intervenuto l’assessore provinciale ad Ambiente, Caccia e Pesca Carlo Signorelli. "Sapevamo dell’eventualità dell’arrivo dell’orso" spiega, "ma non così presto, perciò ha lasciato spiazzati tutti. L’idea dell’animale può far piacere, ma crea apprensione ai cittadini e soprattutto agli agricoltori. L’orso d’altra parte può essere però valorizzato in chiave turistica, come accade negli Stati Uniti."

A intervenire poi è stato Lorenzo Greco, naturalista e esperto della fauna locale, nonchè collaboratore di Valsassinanews, che ha raccontato la storia della presenza dell’orso in zona. "L’orso in Valle non è certo una novità. Gli ultimi esemplari però risalgono a fine Ottocento. Un tempo erano così tanti che furono introdotte delle taglie per lupi e orsi". Greco ha poi spiegato che l’orso può recare danno all’uomo solo in due casi: quando è provocato, oppure quando ci si frappone fra la femmina e i suoi piccoli.

Dopo l’intervento "storico", parola a Emilio Buzzella, cittadino di Introzzo che il 18 maggio scorso ha visto da vicino l’orso. Il signor Buzzella ha raccontato al pubblico il suo "incontro ravvicinato", per poi rispondere alle domande di giornalisti e curiosi. "Molti mi prendevano in giro, pensavano avessi bevuto – ma io tra l’altro sono astemio…. L’esperienza me la ricorderò sempre, è stato bellissimo".

La parola è poi passata a Pietro Gatti, referente per la Provincia di Lecco del progetto “Life Arctos” sulla reintroduzione dell’orso. "L’orso bruno è una specie di grande interesse in Europa" spiega l’esperto. "Quello che si trovava in zona ha sicuramente origine da quelli che sono stati introdotti diversi anni fa in Trentino". Gatti poi ha fatto un quadro generale della specie: "L’orso è sì carnivoro, ma principalmente vegetariano. Al mondo ne esistono otto specie: il panda, l’orso con gli occhiali, l’orso malese, l’orso labiato, il tibetano, l’orso bianco (il più grosso orso e carnivoro terrestre), l’orso nero americano e appunto l’orso bruno. Anche l’orso bruno è a sua volta diviso in sei sottospecie: il nostro è un orso bruno europeo (Ursus Arctos Arctos: da qui il nome del progetto), ben diverso da un’altra sottospecie come il grizzly". Gatti ha poi spiegato le caratteristiche dell’animale, come peso, altezza e andatura.

Dopo questo intervento c’è stato lo spazio per diverse domande del pubblico, quindi la parola è passata a Elena Tironi, responsabile della Regione Lombardia di "Life Arctos", che ha spiegato molto bene il progetto nel dettaglio. Durante questa lunga parte della serata c’è stato spazio anche per qualche polemica, anche da parte del pubblico, soprattutto verso l’allarmismo creato alcuni media locali. Intanto è emersa la notizia del giorno: un orso – probabilmente lo stesso che abbiamo in qualche modo "incrociato" in Valsassina, è stato avvistato proprio venerdì a Edolo, nel bresciano.

In conclusione ci sono stati i ringraziamenti di dovere alla Comunità Montana, con un piccolo intervento dell’assessore Davide Combi, che ha omaggiato i relatori col libro di Aldo Oriani da cui erano state citate alcune foto a inizio serata dall’ingegner Greco.

 

Foto di Fernando Manzoni. Sotto: l’articolo di presentazione dell’incontro (da Valsassinanews)

 

IL VIDEO INTEGRALE DELLA SERATA (girato da Eric ‘Cire’ Buzzella)

 

 

 

 

 

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