AGENZIA ALTA VALSASSINA, I CONTI SALVATI DALLA LOTTERIA DELLA SAGRA DELLE SAGRE



Dietro l’angolo per l’associazione di promozione turistica ci potrebbe essere una investitura importante, mentre avanza il progetto dell’utilizzo delle seconde case per la ricettività diffusa magari già in autunno in occasione della manifestazione "Premana vive l’antico". Le prove generali si erano già avute con A tuttocamp, quando l’Agenzia Alta Valsassina aveva gestito le prenotazioni dei pernottamenti.

Parola d’ordine nella relazione del presidente Stefano Gianola (vedi testo integrale più in basso), razionalizzazione: nello specifico in Alta Valsassina si è giunti secondo Gianola a razionalizzare la promozione e ad organizzare l’offerta turistica del territorio che oggi "si propone come collaudato e dinamico modello da seguire".

Molto interessante il ragionamento contenuto sempre nella relazione del presidente a proposito del possibile sfruttamento delle seconde abitazioni: "Se volessimo ribaltare in positivo anche ciò che positivo non è – ha affermato Stefano Gianola – verrebbe da dire che l’aumento della tassazione sulle seconde case introdotto dall’IMU è il miglior viatico possibile alla necessità di ripensare il patrimonio immobiliare non più solo come un costo da sostenere ma come una risorsa per generare inaspettate entrate". In pratica, una sorta di "assist" proprio verso iniziative come il progetto “Vivi l’Alta Valsassina”.

Si trattava di un’assemblea non elettiva (i vertici dell’associazione scadono a fine 2013), comunque un movimento c’è stato ed è la cooptazione nel consiglio direttivo di Anna Grattarola, su indicazione delle amministrazioni comunali di Margno, Crandola Valsassina e Casargo – il cui rappresentante mancava fino a ieri.

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IL TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DI STEFANO GIANOLA


Buona serata a tutti gli intervenuti.
Prima ancora di tracciare alcune brevi riflessioni sullo stato di salute del turismo in Alta
Valsassina e sulle politiche di sviluppo perseguite della nostra associazione, vogliate
concedermi alcuni minuti per tracciare un brevissimo quadro dello scenario internazionale
e domestico, da cui derivano alcune concrete conseguenze che impattano e impatteranno
direttamente sul nostro stile di vita nei prossimi anni.

La perdurante crisi economica in atto a livello globale, scatenata in prima battuta nel 2008
dalla crisi nord-americana dei mutui sub-prime, cui sono seguiti, via via, effetti a catena
che come in un domino hanno finito per interessare anche alcuni stati sovrani europei, tra
cui la stessa Italia che nello scorso autunno ha vissuto un momento di tensione e di
difficoltà estremo, ha avuto, e sta avendo, ed avrà, notevoli conseguenze e ripercussioni fin
nelle nostre realtà, e fin nel nostro tessuto economico locale.

Non volendo certo qui procedere a un’analisi che esula dai nostri compiti e dai nostri scopi,
ci limitiamo a sottolineare l’evidenza di come, dovendo far fronte a una difficile situazione
economico-finanziaria, una ventata di rinnovato pragmatismo abbia indotto tutti gli attori
e gli interpreti della vita sociale, politica, e istituzionale del Paese a riconsiderare quello che
sembrava un acquisito status-quo del sistema Italia e a ripensare l’organizzazione della
struttura sociale e del funzionamento della macchina pubblica alla luce delle risorse
ridotte, dell’enorme debito pubblico gravante sui nostri conti e sulla necessità di introdurre
nuove tasse e imposte per giungere, nel 2013, all’agognato pareggio di bilancio che i
mercati ci chiedono da tempo.

Conseguentemente con le mutate condizioni economiche e subendo il peso di questa
congiuntura negativa, la capacità di spesa delle famiglie è tornata ai livelli degli anni 90, e
un generale clima d’incertezza, ormai da qualche anno, contrae i consumi e deprime il ciclo
economico, agendo come tappo psicologico anche là, dove le risorse non sono affatto
diminuite e la capacità di spesa potrebbe essere rimasta, in questi anni, potenzialmente
invariata.

Come dicevamo poc’anzi, le conseguenze di una tale situazione generale sono state e sono
tuttora assolutamente tangibili anche a livello locale: nel comparto manifatturiero, così
importante per la nostra valle, aziende storiche, adeguatamente patrimonializzate e
consolidate da decenni di espansione nei mercati di riferimento si sono trovate in grande
difficoltà (e talune già hanno dovuto lasciare il campo) e, in generale in tutti i settori, una
crisi di liquidità del sistema finanziario ha contratto la capacità di investire e di rinnovarsi,
proprio nel momento in cui sarebbe stato più necessario.

Sono aumentate i costi delle materie prime, sono aumentate le spese, sono aumentate le
tasse, ma non è aumentata la ricchezza prodotta, e anzi siamo ormai dichiaratamente in
recessione.

Traendo monito da questo scenario di drammatica difficoltà, da questa crisi, a tutti i livelli
di governo ci si è accorti ormai da tempo che solo una maggiore efficienza degli apparati
produttivi e la rimozione di tutti i lacci e laccioli che frenano lo sviluppo, unita a una
razionalizzazione dei centri di spesa, possono ridare slancio all’economia. Non avendo
nuove risorse da investire l’unica strada percorribile è stata individuata nello spendere
meglio e con maggiore criterio il già disponibile: il punto focale della stagione di riforme
che stiamo vivendo si concentra sulle liberalizzazioni e su un concetto ormai ineludibile.

La parola d’ordine di questi anni è “razionalizzazione”.
Razionalizzazione delle spese, dei servizi, dell’impiego delle risorse, razionalizzazione delle
Istituzioni, degli apparati organizzativi, di ogni cosa.

Senza entrare in merito ai grandi scenari macro economici, anche nelle nostre piccole
realtà questa pressione alla razionalizzazione si è fatta sentire ed ha imposto, e imporrà
ancor di più nei prossimi anni, scelte difficili: per ora già si è resa evidente una consistente
e progressiva diminuzione delle risorse che le Istituzioni, a tutti i livelli, hanno riconosciuto
ai nostri comuni; in un prossimo futuro alle stesse amministrazioni comunali si imporrà
(ed in verità si è già cominciato) di unificare i servizi, di unificare gli stessi uffici
amministrativi, di unificare anche gli organi politici rappresentativi e democraticamente
eletti: e questo naturalmente a scapito delle identità comunali, in un processo che porterà
si, necessariamente, a superare la mentalità del campanile e degli interessi di parte, ma che
imporrà anche una stagione di scelte non semplici per i cittadini e le Amministrazioni
comunali. L’esempio, tratto dalle cronache di questi giorni, della difficoltà di sintesi che, in
ambito scolastico, stanno avendo i comuni di Casargo e Margno per arrivare ad una
soluzione gestionale condivisa è solo un’indicazione di quello che ci aspetta per i prossimi
anni.

Giungendo, finalmente, a parlare di turismo, e di quello che l’Agenzia di Sviluppo Turistico
Alta Valsassina rappresenta oggi per il territorio è quindi naturale conseguenza di tutto il
ragionamento esposto evidenziare che, nel nostro specifico settore, queste tensioni e
queste paure di “abbandonare” il campanile a favore di un “contenitore” più ampio ed
efficiente siano state affrontate e superate da quasi un decennio, giungendo a una
razionalizzazione della promozione e una organizzazione dell’offerta turistica del territorio
che oggi si propone come collaudato e dinamico modello da seguire.

Questo nostro cammino associativo, intrapreso da operatori lungimiranti quando la scelta
di stare insieme e di promuoversi insieme era appunto una scelta, e non un obbligo di legge
o di sopravvivenza, non è stato certo agevole e privo di tensioni. L’unità che ancora oggi
testimoniano i cento associati privati, i sette comuni e le quaranta associazioni iscritte alla
nostra associazione non si è certo consolidata per un inerziale processo naturale, ma è
frutto di tutta una serie di compromessi e di accordi che da un lato hanno vinto le iniziali
resistenze di alcuni operatori, di alcune associazioni e addirittura di alcune
amministrazioni comunali che, paradossalmente, ci vedevano come concorrenti per le loro
attività sul fronte turistico, ma d’altro canto hanno anche portato parecchi protagonisti di
questo settore ad allontanarsi dalla nostra associazione, non condividendone lo spirito, la
necessità di abbandonare i personalismi, la volontà di progettare indirizzi di sviluppo che
avessero come fine la crescita nel medio-lungo periodo, piuttosto che la capacità di far
cassa nel breve.

Da questa sintesi del territorio che oggi rappresentiamo, seppur in maniera certo non
esaustiva, è importante capire quali politiche e quali indirizzi di sviluppo possano uscire
per incidere concretamente sulla crescita del nostro comparto e, più in generale, della
nostra economia locale. L’Agenzia Alta Valsassina, senza nessuna pretesa di avere la verità
in tasca e con molta umiltà, avendo da imparare da tutti coloro che hanno fatto del turismo
la loro vita e la loro professione, le sue riflessioni a proposito di questo tema le ha affinate
negli otto anni di vita, e la strategia per rilanciare l’Alta Valle l’ha da tempo individuata e la
porta avanti ormai da anni, con sempre maggior convinzione.

La necessità di stare insieme per avere maggiore forza di penetrazione del mercato, la
necessità di non chiudersi solo a difesa della propria identità ma di aprirla a un costante
confronto con l’esterno, l’opportunità di ottimizzare le risorse e sfruttare l’esistente in
modalità nuove ed originali sono sempre stati per noi delle costanti linee guida, come la
valorizzazione della cultura delle nostre comunità e della storia delle nostre frazioni.

Volendo fare degli agganci concreti tra questi temi e i progetti sviluppati da Alta Valsassina
negli ultimi anni si evidenziano sostanziali convergenze: l’immagine di unità del territorio
viene rappresentata da un unico logo, che voi tutti conoscete, che raggruppa in se la media
e l’alta valsassina, l’alta valvarrone e la muggiasca, ed è diventato, negli anni, il tratto
distintivo di tutto il territorio; la promozione sul difficile mercato del turismo avviene
tramite un unico sito internet, la nostra newsletter e le nostre pubblicazioni; il bisogno di
non chiudersi ma di fare rete ha fatto nascere delle proficue collaborazioni, che da anni
portiamo avanti, con i rifugi della provincia di Lecco e più recentemente con singoli
operatori esterni al nostro territorio che possono ampliare ed integrare anche la nostra
offerta turistica; l’opportunità di ottimizzare le risorse sfruttando l’esistente andremo a
breve a renderla realtà mediante il nostro progetto “Vivi l’Alta Valsassina” che, grazie al
Presidente della Comunità Montana Denti Alberto (che ci ha dato la possibilità di gestire
ed essere beneficiari della lotteria della Sagra delle Sagre dello scorso anno), oggi siamo
finalmente in grado di far partire, per sfruttare e valorizzare le seconde case in un progetto
di accoglienza turistica di breve periodo, come il mercato chiede, integrando l’offerta
ricettiva delle strutture degli operatori privati. A tal proposito ci sembra significativo
sottolineare che, se volessimo ribaltare in positivo anche ciò che positivo non è, verrebbe
da dire che l’aumento della tassazione sulle seconde case introdotto dall’IMU è il miglior
viatico possibile alla necessità di ripensare il patrimonio immobiliare non più solo come un
costo da sostenere ma come una risorsa per generare inaspettate entrate. Certamente
dobbiamo tutti fare i conti con questa mutata situazione, e tutti dobbiamo anche capire
come vogliamo porci a proposito e come possiamo cogliere le poche possibilità che
comunque ancora ci sono!

Sono dunque probabilmente finiti gli anni in cui grandi progetti, collegati a grandi capacità
di spesa e a una visione comunque ottimistica del futuro, inducevano a importanti
investimenti destinati, di colpo, a cambiare le sorti di un territorio. Rivedendolo alla luce
dell’attuale contesto economico, sembra quasi anacronistico poter pensare, ad esempio,
alle cordate per l’Alpe Paglio e ai grandiosi progetti di rilancio che, solo pochi anni fa,
volevano impegnare oltre 6 milioni di euro nella rinascita della stazione turistica invernale.

E’ stato ed è normale e giusto crederci e sperarci, ma è pure fin troppo evidente constatare
come anche solo un inverno come quello appena passato potrebbe mettere in difficoltà
qualunque investitore che si affidasse alla sostenibilità di un piano industriale fatto di costi
e di ricavi.

La verità è purtroppo che, vista la tipologia del nostro target di turismo e le peculiarità del
territorio che abitiamo, il fattore meteorologico è ancora determinante e può condizionare
positivamente o negativamente le stagioni e le annate, ancor di più delle crisi economiche e
delle aspettative della gente. Citando ad esempio l’anno appena trascorso, che
complessivamente non possiamo certo archiviare come negativo, come anche l’analisi dei
flussi turistici elaborati dalla Provincia di Lecco dimostra, dopo una primavera altalenante
ma tutto sommato positiva, è bastato lo scorso mese di luglio, decisamente freddo e
piovoso, a rallentare gli entusiasmi e creare enorme preoccupazione, e quando la stagione
sembrava ormai compromessa, un’eccezionale ondata di bel tempo da agosto e per tutto
l’autunno ha risollevato gli umori e le speranze, penalizzando però, con il suo protrarsi,
tutta la stagione invernale successiva.

I capitali pubblici e privati, che pure ci sono nel nostro Paese, sono difficilmente attratti, in
questi anni tormentati, dal rischio d’impresa e da comparti economici influenzabili da
fattori esterni, quali appunto la meteorologia, e si stanno indirizzando prevalentemente su
altri progetti legati alla cultura e alle città d’arte, su servizi alla persona e sulle
infrastrutture, meno soggetti alle bizze del clima.

Toccando l’argomento, proprio sul fronte infrastrutture vogliamo qui cogliere l’occasione
per sottolineare una lacuna non trascurabile per la Valsassina tutta e l’Alta Valsassina in
particolare: volendoci noi proporre come “le montagne del lago di Como”, come più volte
richiestoci anche dalla stessa Provincia di Lecco nell’ambito dei lavori del “Sistema
Turistico Lago di Como”, riteniamo necessario che sia continuata l’opera di allargamento e
di messa in sicurezza delle gallerie della Taceno-Portone, che oggi purtroppo è ferma alla
sola prima galleria, riaperta nel dicembre 2006.

Come risposta del territorio alla mancata capacità d’attrazione di grandi capitali e di grandi
investimenti, la politica di sviluppo che da anni Alta Valsassina porta avanti, quindi, si
basa decisamente su altri presupposti: dalla valorizzazione delle peculiarità (dalla
gastronomia alla natura, dallo sport alla cultura), dalla capacità d’accoglienza delle nostre
comunità nelle manifestazioni civili e religiose come sui sentieri e sugli alpeggi, dagli eventi
sportivi e culturali come nelle iniziative commerciali, basandosi su una fitta rete di
collaborazioni, di mini e talvolta micro progetti, si passa per la vicinanza con il lago di
Como e della grande area urbanizzata di Milano, e ci si confronta con altre consolidate
realtà, certo più avanti di noi nel cammino della strutturazione dell’offerta turistica,
basando l’approccio sull’efficienza e sulla capacità di fare sintesi e di essere flessibili.

Il nostro credo è che negli anni a venire la differenza in ambito turistico nel mutato
scenario economico la farà la capacità progettuale e l’approccio complessivo alla “persona
turista”, intrecciando servizi di qualità alla riscoperta di tutto ciò che non è standardizzato
e prodotto in serie, più che la disponibilità di risorse e di grandi investimenti, e la capacità
di perseguire tutti assieme un fine comune, sacrificando un po’ di quello spirito di libera
iniziativa che ha caratterizzato gli scorsi decenni a favore di una fitta rete di rapporti e
relazioni, piuttosto che la forza economica dei singoli operatori.

La nostra associazione, che nel corso dello scorso anno ha cambiato consiglio direttivo, sta
rinnovando i processi produttivi e sta diventando sempre più efficiente e più propositiva. A
tutti chiediamo di avere ancora fiducia in noi, di stimolarci continuamente con richieste e
suggerimenti, di essere, quindi, parte attiva nell’immane progetto di riportare la nostra
bella valle ai fasti che, giustamente e meritatamente, viveva solo pochi decenni fa.

Sappiamo bene che le collaborazioni comportano lavoro, impegno, capacità di accordarsi e
di adattarsi a una maggioranza su posizioni a volte non condivise. Ma sappiamo altrettanto
bene che questa è l’unica strada percorribile per rilanciare un settore che, altrimenti, non
potrà risollevarsi e dare quel prezioso contributo che in tanti invocano, pur non sapendo
come far crescere. L’agenzia Alta Valsassina, con la sua stessa esistenza, dimostra che la
volontà di far bene e migliorare c’è. E questo è un valore che, crediamo, nel tempo avrà
benefiche ricadute su tutti, anche su chi non è direttamente interessato al settore turistico.

Grazie per l’attenzione.

Gianola Stefano
Presidente
Agenzia Alta valsassina

 

 

 

 

 

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