Da oltre cinque secoli veglia sui laboriosi abitanti di Bindo e, grazie alle luci che l’adornano, si lascia ammirare dai tanti passanti che transitano ogni giorno in questa zona della valle. Grazie al suo caratteristico colore rosso, che ha in comune con la Villa De Vecchi e con l’arenaria rossa che ha dato il nome al torrente Rossiga, risalta ancor di più ora che i prati nel quale si trova immersa si sono tinti di bianco.
E’ rimasta immune sia alla frana scesa un decennio fa sia alla distruzione – secondo gli storici – ha coinvolto nei secoli passati la parte del paese dove ora sorge la nuova Bindo. Guardando la facciata della struttura difatti si nota come essa oggi non è rivolta verso la parte vecchia del paese ma a nord/ovest dove probabilmente una volta sorgeva l’abitato e dove ora si trovano le nuove costruzioni.
E’ il momento religioso più importante della piccola comunità e termina proprio all’interno chiesetta: nel pomeriggio la solenne processione ha portato nelle viottole imbiancate la grande statua rappresentativa di San Biagio, donata anni fa dalla famiglia Manzoni. Partita dalla parte più nuova di Bindo il corteo ha attraversato il paese per poi tornare nella parrocchia dove la mattina, durante la messa, il bacio della reliquia e delle candele consacrate ha risparmiato dai malanni della gola i tanti fedeli accorsi. La processione a cui hanno partecipato circa centocinquanta persone è stata accompagnata dal Corpo Musicale Bellanese ed officiata da don Mauro Malighetti.
Nelle foto sotto la processione di Bindo