Per la cronaca, quella penultima tappa del 5 giugno 1979 la vinse (primo e unico successo nella sua carriera) Amilcare Sgalbazzi, cremonese di Genivolta in forza alla Magniflex. Ma non è certo il lato sportivo dell’evento che viene ricordato principalmente a Barzio e dintorni, sebbene la passione e il tifo per il ciclismo siano e restino vivissimi. Si trattò in realtà di un avvenimento eccezionale, per tanti motivi; ben descritto nell’intervista in video pubblicata in questa stessa pagina.
L’ideatore di quella tappa, allora assessore comunale e successivamente sindaco di Barzio, Alvaro Ferrari, ricorda lucidamente e non senza emozione tanti dettagli, piccoli e grandi, di quelle giornate intense e soprattutto di quel martedì nel quale la carovana rosa arrivò proprio in Valsassina.
Tra i molti particolari uno (quello economico) è assolutamente centrale – dato che senza i soldi necessari, mai e poi mai il traguardo della 18a tappa sarebbe stato posto proprio a Barzio, vedendo passare sotto lo striscione i vari Moser, Saronni (in rosa definitivamente il giorno dopo a Milano), De Vlaeminck, Beccia e compagnia. Il lato finanziario era ed è fondamentale per un carrozzone professionistico, assai costoso, che tutto travolge e brucia nel giro (…) di poche ore. Ma che parte da molto, molto lontano.
Mesi prima, Ferrari con la moglie e altri volonterosi si mise a caccia dei milioni di lire necessari ("Il segretario comunale ne aveva a disposizione uno solo, ne mncavano venti…"). In condizioni in qualche modo curiose, divertenti ma tutt’altro che semplici.
Ed emerge allora come la generosità di tanti, imprenditori, commercianti e pure singoli cittadini, riuscì a compiere un piccolo miracolo, contribuendo a raccogliere la somma indispensabile e pure una secoinda, imprevista tranche poi materializzatasi. Contributi da cento, duecento, cinquecentomila lire di allora, da parte di aziende e soggetti vari. Al proposito, Ferrari ricorda oggi il particolare appoggio di ditte premanesi accanto a quelle di zone più direttamente coinvolte nell’operazione-tappa. Il Giro infatti non toccò la capitale degli articoli da taglio, ma proprio questo paese "diede molto".
Di seguito, la testimonianza del presidente del comitato di tappa, videoregistrata nella sede della mostra allestita alla Torre Viscontea di Lecco sul Giro a Lecco. Dove però, della 62a edizione della corsa a tappe non c’è traccia – malgrado il famoso e inedito arrivo in quel di Barzio.
Un vero peccato, così come lascia senza parole la risposta "Perché avremmo dovuto?" all’ovvia domanda del cronista, curioso di sapere come mai nella pur ampia, e ben documentata esposizione mancasse una traccia di quell’evento.