ACQUEDOTTO NORDA/NUOVA PROTESTA DAI TITOLARI DI UN PRATO INTERESSATO



Attilia Cozzaglio, a nome della famiglia Maroni, interviene nella vicenda che lunedì dovrebbe registrare un passaggio forse determinante – con la seconda sessione della "Conferenza deis ervizi" dedicata al progetto di nuovo acquedotto della Norda tra il Lago di Sasso e gli stabilimenti di Primaluna. "Norda è una grande risorsa per la comunità, ma anche i beni ambientali come la Val Biandino e i pascoli adiacenti lo sono" dichiara tra l’altro la signora Cozzaglio.

Sono però due le questioni aperte: una di merito e una procedurale. Partiamo dalla seconda, più contingente: in vista di questa seconda tornata e in generale della possibile autorizzazione a realizzare il famoso acquedotto, la famiglia Maroni sostiene di "non aver potuto seguire l’iter delle disposizioni vigenti in materia a tutela dei miei interessi in relazione al mappale di mia proprietà allegato al progetto diramato ai partecipanti alla conferenza dei servizi dello scorso 12.12.2011 e da me visionato". Pertanto, con una lettera inviata in queste ore all’amministrazione provinciale, si appella invitando a dichiarare la nullità del procedimento intrapreso, "per il grave errore riscontrato".

In sostanza, mancherebbero corrispondenze tra i mappali dichiarati con la pubblicazione ufficiale su un quotidiano locale al fine della “partecipazione al procedimento” e quelli indicati nell’elenco allegato all’invito della conferenza dei servizi dello scorso 12 dicembre. Una sorta di vizio di forma che secondo la lettera costituirebbe una evidente anomalia e dovrebbe nelle intenzioni degli scriventi invalidare la conferenza stessa (prossima riunione in programma lunedì 23 gennaio).

Ma ci sono anche questioni di sostanza, sollevate dalla stessa famiglia. "Noi chiediamo il blocco del procedimento – aggiunge Attilia Cozzaglio perchè siamo in presenza di una situazione in cui Norda ha ottenuto l’utilizzo di una sorgente, senza limiti di prelievo, nè indicazioni sui mesi in cui tale prelievo è possibile. Questo in virtù di una legge che definisce di "pubblica utilità" il commercio privato delle acque. La legislazione è già ampiamente favorevole alla Norda, quindi chiediamo almeno che le poche regole previste dalla legislazione siano rispettate. Mi riferisco alle notifiche ai proprietari dei fondi interessati dall’acquedotto e a un progetto che deve essere preciso sugli spazi, sui tempi e sui modi.

Norda è ovviamente una grande risorsa per la comunità, ma anche i beni ambientali come la Val Biandino e i pascoli adiacenti lo sono. Hanno un valore economico per le attività turistiche della Valsassina e hanno un valore per gli allevatori. Sui pascoli interessati dal passaggio dell’acquedotto e dalle acque del  torrente Troggia tre mesi all’anno ci sono le vacche delle poche aziende agricole che ancora esistono in Valsassina. Noi, in qualità di proprietari dei terreni usati per l’alpeggio, vorremmo delle garanzie che i lavori siano svolti senza impedire l’alpeggio stagionale e senza compromettere i terreni e i sentieri esistenti".

 

DI SEGUITO, UNA LETTERA INVIATA ALL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE QUEST’ESTATE

Spettabile
Provincia di Lecco
Settore patrimonio Edilizio, Attività Economiche, Turismo
Piazza Lega Lombarda 4
23900 Lecco
e p.c. Dottor Fernando Rupani
Sindaco del Comune di Introbio
22040 Introbio

Milano 1 agosto 2011

Oggetto: Osservazioni relative alla vostra raccomandata prot. 34700 9.872009/143 con oggetto “Partecipazione al procedimento unico per l’autorizzazione alla costruzione e per l’esercizio della costruzione di acquedotto nei Comuni di Introbio e Primaluna , nonché per la dichiarazione di pubblica utilità”.

In riferimento al procedimento in oggetto, in generale si chiede che l’autorizzazione sia subordinata 1) alla verifica che la sorgente “Alta” non sia già in concessione all’ENEL. Risulta che la subconcessione sia vietata infatti a termini di legge  
2) alla verifica che eventuali prelievi d’acqua in situazioni di scarsa piovosità non danneggino i manti erbosi, i boschi e il sistema delle acque della Valle Biandino, dei cui terreni sono comproprietaria, come da risultanze catastali.

Per quanto riguarda la pubblica utilità, osservo che il suddetto acquedotto non va a beneficio della comunità. Le acque incanalate sono infatti ad uso esclusivo della Norda, e non della popolazione dei Comuni interessati dai lavori o degli allevatori che tutti gli anni portano nell’alpeggio della Val Biandino i capi di bestiame.  

Qualora l’acquedotto venisse approvato dalle competenti autorità, che si assumono quindi tutte le responsabilità relative ad un eventuale danneggiamento dell’ecosistema della Valle, entrando nello specifico della richiesta di consentire interventi di scavo sui terreni di cui sono comproprietaria in Valle Biandino, dai disegni di cui ho avuto visione si evince che il tracciato degli scavi non segue il tracciato della strada, ma in molti punti lo scavo è previsto su terreno erboso a fianco della strada o su terreno degli alpeggi.

Chiedo di avere garanzie sul tracciato degli scavi, che non devono in alcun modo contribuire a consumare il manto erboso a fianco della strada o in altri punti dell’alpeggio. Gli scavi devono seguire il tracciato della strada e dei sentieri e poiché la strada è in fase di ripristino, con costi ripartiti tra Comunità Montana, Comune di Introbio e proprietari della Valle, chiedo che la strada, dopo lo scavo e l’interramento dei tubi, venga ripristinata a regola d’arte.

In mancanza di tali garanzie, comunicate in forma scritta, mi vedrei costretta a negare l’approvazione al passaggio dell’acquedotto sui terreni di cui sono comproprietaria.


 

 

 

 

 

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