Sicurezza a rischio in montagna? Tagli del 72% ai fondi per il Soccorso Alpino



Una vera e propria bomba che esplode nel mondo del Soccorso. E significativamente il quotidiano cattolico Avvenire riporta nell’articolo che proponiamo più in basso proprio il recente intervento di salvataggio in Grigna come esempio di quel che si rischia di perdere se i tagli previsti in Finanziaria saranno confermati. Per le assicurazionid ei volontari sono previsti contributi per soli 380mila euro a fronte di necessità per circa un milione. Ma non è tutto. Quanto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 5 gennaio 2012 prefigura un Soccorso Alpino e Speleologico in ginocchio – con le ovvie conseguenze del caso, che si allargano naturalmente al mondo di chi va in montagna.

Il CNSAS, una presenza forte nel lecchese e fortissima in Valsassina, sta organizzandosi per cercare soluzioni e mediazioni. "Senza questi soldi in due mesi chiudiamo", ha dichiarato il presidente nazionale Pier Giorgio Baldracco, Ne parleremo a lungo nei prossimi giorni. Intanto ecco due articoli interessanti sull’argomento:

Sos Soccorso alpino: «Rischio chiusura»  (da Avvenire.it)
 

L’ultimo intervento risale alla notte di lunedì. Dopo otto ore di ricerche, alle 3,40 del mattino, una squadra di venti volontari del Soccorso alpino lecchese ha salvato un escursionista di Pavia disperso sulla Grigna, nelle Prealpi lombarde. L’uomo era finito in un canalone, aveva una gamba rotta e i primi sintomi di assideramento. Molto probabilmente non avrebbe superato la notte, se non fosse stato trovato dai volontari. Che, a operazione conclusa, sono tornati ciascuno al proprio lavoro. A uomini così lo Stato sta per voltare le spalle.

Gli ultimi tagli del Governo, infatti, hanno pesantemente riguardato anche i fondi per il Corpo nazionale del Soccorso alpino. Per il 2012 è previsto uno stanziamento di 380mila euro, ma, solo per pagare i premi assicurativi dei volontari, serve più di un milione: tre volte tanto.

>>> L’articolo completo su Avvenire.it

 
Sicurezza in montagna a rischio (da Adamellonews.it)

La manovra del governo taglia del 72% i fondi destinati al CNSAS – Corpo Nazionale di Soccorso alpino e Speleologico e del 45% quelli per le attività del CAI – Club Alpino Italiano. Una decisione che mette a rischio la sicurezza di chi frequenta la montagna, per turismo, per sport o per lavoro. In particolare il CNSAS, struttura operativa del CAI, gestisce oltre seimila interventi di recupero all’anno e si occupa anche della parte che riguarda il soccorso sanitario, in collaborazione con il 118. Un’organizzazione operativa del Servizio nazionale di protezione civile, che ha il compito di provvedere alla vigilanza e prevenzione degli infortuni in montagna, in forra e in grotta, oltre al recupero di persone in luoghi impervi e alla ricerca di persone disperse.

I tagli sono inseriti nel bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, pubblicato nella G.U. del 5 gennaio 2012, come segnala il portale online Il giornale della Protezione Civile: “L’attività di soccorso in montagna del CNSAS – si legge nel comunicato – è un servizio universale, sussidiario e volontario, a favore della collettività, e insieme a tutte le attività del CAI concorre alla tutela e allo sviluppo turistico della montagna italiana. Senza il CAI e il CNSAS il soccorso sanitario agli abitanti, ai turisti e agli appassionati della montagna avrebbe costi molto elevati che graverebbero interamente sulla finanza pubblica”. Il CAI e il CNSAS svolgono anche un’intensa attività di formazione di tecnici: le scuole interne si occupano di formazione, addestramento e aggiornamento, per garantire un alto livello di preparazione di tutti i volontari, che in caso di intervento sono in grado di operare con competenza e professionalità anche nelle situazioni ambientali più difficili. “L’attività del Club Alpino Italiano – afferma il Presidente generale del CAI, Umberto Martini – è una attività di pubblica utilità su cui gravano questi nuovi tagli: senza la manutenzione dei sentieri, senza la rete dei rifugi e senza soccorso la montagna italiana non sarà più sicura per nessuno, creando così anche un grave danno all’economia dei territori di montagna e del nostro paese tutto”.

Costituitosi nel 1954, Il CNSAS è una libera associazione di circa 7000 iscritti, volontari tecnici e medici, organizzata in 21 Servizi Regionali o Provinciali, 31 Delegazioni Alpine, 16 Zone Speleologiche, 214 Stazioni Alpine e 27 Stazioni Speleologiche. E’ una struttura operativa del Club Alpino Italiano, dotata di autonomia organizzativa e funzionale. Ha come compito istituzionale la vigilanza, la prevenzione e il soccorso nell’ambito delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche. Opera in stretta collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale e con le altre organizzazioni competenti in materia di soccorso ed emergenze, assumendo il ruolo di coordinamento nel caso di soccorsi complessi. Le strutture operative regionali e provinciali del CNSAS sono i soggetti di riferimento esclusivo per l’attuazione del soccorso sanitario nel territorio montano e ipogeo. Operano su varie tipologie di territorio, dagli ambienti prettamente alpinistici e impervi, alle forre (canyon e gole), ai complessi carsici, alle cavità sommerse e in acque profonde. Allo scopo di garantire interventi e assistenza sanitaria con grande tempestività, direttamente in ambiente alpino o in località isolate e remote, il CNSAS collabora con le strutture di elisoccorso alle quali fornisce tecnici e medici di elisoccorso qualificati. Il CNSAS si occupa della prevenzione e della vigilanza sugli infortuni nelle attività connesse alla frequentazione dell’ambiente montano e ipogeo: attività alpinistiche, sci-alpinistiche, escursionistiche, sport di montagna in genere, attività speleologiche, speleosubacque, torrentismo (canyoning) e attività culturali relative alla montagna. [CNSAS scheda tecnica e presentazione]

 

 

 

 

 

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