Fucilati il 31 dicembre: che la memoria non sia solo un rito



Al termine del 1944, in un generale clima di attesa di una conclusione del conflitto che non avrebbe tardato a venire, ecco che 36 giovani partigiani venivano accerchiati e catturati nella piana della Pianca in località Culmine San Pietro. Fatta eccezione per Franco Carrara, che perse la vita nell’immediato tentativo di fuggire da Brigate Nere e SS italiane, gli uomini guidati dal comandante Leopoldo Scalcini detto Mina furono condotti a Introbio e in parte, 11, crudelmente giustiziati proprio il 31 dicembre di quell’anno davanti al muro del cimitero di Barzio. Tre dei rimanenti, il cui trasferimento nel capoluogo di Como transitò insolitamente per Maggio, proprio a Maggio furono a sorte altrettanto crudelmente fucilati.

I sindaci di Cremeno e Barzio, il ricordo i Mario Cerati, i rappresentanti dell Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e il drammatico racconto di Mastalli, che porta il saluto del presidente di ANPI Lecco, Giancarla Pessina, un racconto tragico il suo, ma allo contempo ricco di parole di libertà e speranza.

SOTTO: LE IMMAGINI E IL VIDEO DELLA MATTINATA A MAGGIO E BARZIO 

 

 

 

 

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NUOVA LECCO-BALLABIO, DISASTRO CONTINUO

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