Tante visite, in parte obbligate, molti anche i curiosi oltre ai tecnici che stamattina hanno affollato interno ed esterno del locale andato in fiamme ieri sera. E’ il momento delle stime, del calcolo dei danni, delle disposizioni per la sicurezza… Andiamo con ordine: sul posto prima di tutti l’assicuratore. Vestito di nero, auto nera, i colori dominanti anche sul tetto e al piano che ospitava il ristorante andato a fuoco.
E’ lecchese, l’agente che si occupa della polizza delle "Trote blu" e comprensibilmente non ha molta voglia di parlare: "Fare stime ora è difficile, se ne occuperà il perito". Ma poi parlandogli di centinaia di migliaia di euro di danni ‘smorza’ un po’ – parlando di circa 50mila euro per il tetto, mentre "il resto è da valutare".
In giro anche Adriano Airoldi e la famiglia, aiutati da amici e collaboratori. Lui, il titolare, come sempre sobrio e attivo; stamattina un po’ più incazzato, come è ovvio che sia. L’espressione più ricorrente: "Sfiga", accompagnata però dal ragionamento di ieri: "Sfiga, non disgrazia".
Arrivano la Polizia Locale dell’Unione Centro Valsassina e il tecnico comunale, per l’ispezione di rito.
Al termine delle verifiche e dei colloqui, Sandro Cariboni del SUAP afferma che, certo ci sarà l’ordinanza di inagibilità per la parte superiore dell’edificio, ma fortunatamente strutture e impianti erano fatti bene, con le previste porte R.E.I. e tutto a norma.
Poi è la volta del perito, quello che stabilirà l’entità reale dei danni subiti. Intorno alla cascina, oggi con più discrezione, un po’ di curiosi, mentre quasi sempre le auto che transitano sulla stradina della Fregera rallentano o si fermano proprio per capire, il giorno dopo, come appaia la situazione.
I Vigili del Fuoco hanno concluso il loro lavoro all’una di questa mattina. Anche un loro tecnico esaminerà a breve i postumi di quanto accaduto. E mentre si fanno molteplici ipotesi sulle cause del rogo, la voce più corposa in merito è quella che riguarda la canna fumaria – mentre sembra escluso che l’avvio dell’incendio sia da ravvisarsi nelle cucine. Anzi, a quanto trapela quella parte dell’edificio è rimasta pressoché intatta grazie agli accorgimenti in fase realizzativa del ristorante.