Sei mesi insieme ai profughi: l’esperienza del COE. ‘Un dovere, anche un onore’



Il convegno è stato moderato da Chiara Zappa, redattrice di ”Mondo e Missione” e ”Avvenire”. Molte le autorità locali presenti in sala: sindaci (come ad esempio Agostoni e Rupani), la Caritas, anche il presidente della Comunità Montana Denti. Mons. Bruno Molinari, vicario episcopale della zona 3 di Lecco ma anche presidente della fondazione COE. ha parlato della situazione degli sbarchi dei profughi: in provincia non si sono raggiunti grandi numeri, ma "l’accoglienza è possibile, anche se in modo sempre più sbiadito".  Il relatore ha poi continuato citando Angelo Scola e papa Benedetto XVI, ricordando che ogni comunità deve impegnarsi, anche perchè è una questione di Vangelo: aver accolto i profughi è stato un dovere ma anche un onore. Il discorso si è poi concluso coi dati della crisi libica, e la parola è passata alla presidente del COE Rosa Scandella, che ha salutato le istituzioni presenti e ha dichiarato di essere contenta di come sta andando la situazione.

Il secondo relatore a prendere parola è stato il sindaco di Barzio Andrea Ferrari, il quale ha ringraziato il COE per l’aiuto offerto nella gestione dell’arrivo dei profughi e ha poi sottolineato che, nonostante qualche preoccupazione iniziale, ora c’è integrazione e tutti vanno d’accordo. Quindi ha iniziato un lungo discorso molto tecnico il viceprefetto aggiunto di Lecco Laura Maria Motolese. Ha raccontato di come è iniziata l’esperienza dei profughi nella regione: i primi alloggi, le varie nazionalità e nuclei familiari, la questione dei permessi di soggiorno. I ragazzi hanno bisogno di sentirsi attivi, perciò vengono spesso impegnati in attività di volontariato, in cui possono aiutare e essere maggiormente coinvolti nella società. L’ultimo relatore ha parlare è stato infine il consigliere della Provincia Cariboni, che citando l’esempio di Bellano ha sottolineato che i profughi ora sono ben integrati e che c’è accoglienza.

Dopo gli interventi è stato proiettato il servizio video-giornalistico sui profughi presenti al COE di Barzio di Jean Claude Mbede per look.out.tv. Dopo la pausa i ragazzi hanno salutato, ed è intervenuta la referente ospitalità Carla Airoldi, parlando dell’esperienza di questi sei mesi, raccontando di come i 16 africani vengano istruiti coi film sui loro paesi d’origine per prepararli a eventuali ritorni in patria.

Quindi è intervenuto un altro dei ragazzi, Thomas, raccontando l’esperienza drammatica della sua fuga dalla Libia, e di come ha perso la moglie in quella circostanza [vedi l’altro nostro articolo].

 

 

 

 

 

 

I "SONDAGGI" DI VALSASSINANEWS

NUOVA LECCO-BALLABIO, DISASTRO CONTINUO

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