In calce al comunicato stampa sul recupero di una coppia di giovani estenuati, il Soccorso Alpino lecchese oggi ha aggiunto una postilla, un lungo paragrafo in cui invita a dosare le forze quando si va in montagna, scegliendo percorsi conosciuti per non farsi prendere in contropiede dalla fatica, dalla sete o per non perdersi. "Cogliamo l’occasione per ricordare a tutti i frequentatori della montagna, visto il ripetersi di situazione come quella odierna, di commisurare le loro gite all’effettiva capacità e al reale stato psico-fisico che ognuno ha. Una buona scorta di liquidi in questa stagione è una della condizioni per la buona riuscita delle nostre gite, oltre naturalmente ad una conoscenza dei sentieri da percorrere.L’eliambulanza e il Soccorso Alpino sono degli ausili sempre a disposizione, cerchiamo di utilizzarli per reali esigenze".

Introducendo così un discorso che su altre Alpi ormai ormai è noto da tempo. Ossia di far pagare i voli dell’elisoccrso chiamato non per emergenze sanitarie ma cercato per lo sfinimento o per essersi cacciati nei guai avendo osato molto di più di quanto le forze e le conoscenze personali possano consentire. In occasione della firma della convenzione siglata in questi giorni tra Suem e Usl 1 di Belluno si è parlato di una "ipotesi di ticket " in caso di incidenti causati dalla pratica di sport estremi, che comportino l’intervento dei soccorsi. "È allo studio della Regione riporta il quotidiano on line – un’ipotesi di delibera che prevede, nel caso di incidenti a seguito di attività particolarmente impegnative, i cosiddetti sport estremi, un ticket di prestazione sanitaria". Si prevederebbe così il pagamento di un ticket da 500 euro per gli interventi di soccorso.

Ora si dovrà valutare quale sia la categoria degli "sport estremi". Una partecipazione alla spesa, sostengono gli addetti ai lavori, potrebbe se non altro invogliare ad assicurarsi.