”Stop a happy hour e finte sagre”. Protesta un ristoratore valsassinese



"Nei week end perdiamo fino al 40% di incassi rispetto agli anni scorsi. Per fortuna in settimana i pasti a prezzo fisso ci fanno tenere un po’, ma a conti fatti la perdita è sicuramente superiore al 20-25% rispetto al 2010, quando già non si andava bene…". A parlare è il titolare di un ristorante in Valsassina, arrabbiatissimo contro chi, a suo avviso, è corresponsabile del disastro della categoria. "C’è la crisi, per carità, la gente spende meno e questo lo sappiamo tutti, nel settore. Ma il fatto è che c’è chi lavora senza licenza, senza regole e ci porta via parte del mercato. Soprattutto nei fine settimana d’estate, quando dovremmo raccogliere il massimo".

A chi si riferisce, di preciso? 
"Prima di tutto a certe sagre all’aperto, più o meno vere, dove per tutta l’estate si somministrano pasti senza possedere alcuna autorizzazione. Noi dobbiamo diventare matti per avere tutto in regola, mentre il primo che capita si mette lì a vendere da mangiare e nessuno gli dice niente…"

Mica tutte le sagre saranno così?…
"Tutte no ma quasi. Taragna, piatti e piattini, anche pasti completi: e le licenze? Provate a controllare chi le ha".

Taragna? Ce l’ha con gli alpini?
"Ma no, loro sono bravi e lo fanno per fin di bene. Ma poi è un po’ tutto il sistema che ci mangia clienti, mica solo le feste di paese…".

E della Sagra delle Sagre, cosa pensa?
"Bah, quello è relativo, anche se arriva gente da fuori a far da mangiare – perché di qua c’è ben poco. Il problema è generale, guardate quante decine di feste e festine si fanno in giro. Per noin parlare degli ‘Happy hour’…".

Anche quelli non vanno bene?
"Un conto è l’happy hour, un conto è trasformarlo in cene. Qua ci son locali che si accordano: un fine settimana tu, l’altro io… E fan da mangiare, alla faccia di noi che abbiamo la licenza. E poi scusi, ma ha presente ste cose, con la gente che mette le mani dentro ai piattini, non mi faccia pensare a cosa si mettono in bocca alla fine…".

Ma a parte la protesta, lei cosa propone?
"Mi pare che recentemente il ministro del Turismo, la Brambilla, abbia partato di una legge sulle aperture nei festivi, vediamo cosa succede. Ma io dico molto semplicemente: c’è gente come me che investe centinaia di migliaia di euro per rendere accoglienti e moderni i locali della Valle e poi si trova la concorrenza più sleale senza che nessuno apra bocca. Non è giusto".

E le associazioni di categoria? Che dicono?

"Bah, a parte dire qualcosa contro la Sagra e poi come sempre non cambia niente, non mi pare che facciano granché. Forse dovrebbero arrivare persone nuove ai vertici, se ne sente parlare".

Della vicenda si occupano da tempo la categoria dei ristoratori e la stampa specializzata. Sul periodico di settore "Italia a tavola" abbiamo recuperato una lunga serie di link ad articoli molto interessanti, che di seguito proponiamo. Il senso, generalmente, è proprio quello dello sfogo del commerciante valsassinese raccolto da VN.  

Anche i media contro la sagra-mania Semaforo rosso per quelle tarocche
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E voi, che ne pensate? Scriveteci a info@valsassinanews.com per dire la vostra.

 

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