Sfogliando il suo album su Flickr (ormai noto a tutti i naviganti) sembra di vedere un catalogo di moda di ultima generazione. Sembra più una raccolta dei vari fotografi americani che hanno sancito la storia degli scatti glamour al di fuori del contesto modaiolo. Non è una sorpresa, perché il "ragazzo” che ha quasi 38 anni, nonostante sia rimasto nell’ombra della ribalta, ha perfezionato il suo stile proponendolo tutto in un blocco.
Ma da dove nasce la sua passione? E’ lui stesso a dirlo, mentre scarta un po’ di provini del suo ultimo shooting: «Nasce dalla passione di mio padre che ha sempre provato tutte le novità della fotografia. Chi non è bravo a dipingere di solito usa la fotografia per scatenare la propria arte: dagli esperimenti e ai giochi con le Polaroid, con il guscio della Olympus, tutte le macchine che hanno segnato un’epoca, fino a che le digitali hanno cambiato completamente il modo di scattare».
Ma tu non nasci fotografo, hai fatto grafica, fumetti, decorazioni e poi?
«Non mi definisco «fotografo» in modo classico. Dopo aver fatto anatomia, copia dal vero… non ho bisogno di studiare la «composizione». Me la trovo naturale mentre scatto. L’ho già in testa prima ancora di scattare quando vedo il soggetto, sia si tratti di paesaggi, sia di modelle. Ho ereditato la passione per l’immagine dalla mia famiglia, dal nonno che dipingeva e seguiva grafica, mio padre lo stesso e così mio zio».
Quindi una certa ereditarietà?
«Certo, il gusto dell’immagine ce l’ho da sempre, utilizzando la grafica nel lavoro, la fotografia è uno degli aspetti importanti di esso e con l’avvento della digitale, è esplosa anche questa «mania». Dopo otto o nove compatte digitali, finalmente sono passato ad una reflex e ho cominciato da subito a sperimentare nuove soluzioni con ottiche alternative e impostazioni diverse, utilizzando obiettivi in modo spinto e altri accorgimenti del genere».
Ma la mania è solo per la fotografia e le composizioni o anche per le modelle, visto che ne utilizzi in quantità enorme e sempre con buoni risultati?
«Alla base di tutto la sperimentazione, con la ricerca di volti nuovi e location particolari. Anche le modelle non sono le classiche modelle che si vedono sulle riviste patinate… ma anche quando lo sono, nei miei scatti sono sempre “alternative” e tutte le pose e la collocazione nelle location, sono sempre “ricercate” e mai fini a sé stesse. Infatti mi succede, da quando pubblico sul web gli scatti, molto più spesso sono le modelle a venire a cercarmi per avere un tipo di scatto come il mio nel loro book e nel loro portfolio».
Dove vuoi arrivare con questo tipo di foto? A soppiantare i fotografi di fashion che vanno per la maggiore ora?
«Quando nel luglio 2010 pubblicavo i primi scatti di street fashion (modelle vestite come in passerella ma calate nella realtà: in strada, in mezzo alla gente), nei forum di fotografia raccoglievo consensi solo da amanti della fotografia e quasi mai dai professionisti.
Questi ultimi mi dicevano che il fashion non si sarebbe mai servito del mio tipo di scatti e del mio modo di interpretare la foto di moda».
Dall’inizio dell’anno invece si notano sulle riviste, pubblicità e redazionali che attingono proprio al tipo di foto che Gabriele propone: in pratica si può dire che sta facendo scuola! Ma qualche scatto dalle nostre parti, con le nostre location?
«Di recente abbiamo realizzato uno shooting proprio ad Introbio, per le vie del paese e all’interno di villa Migliavacca. Altri shooting li abbiamo fatte alla Cascata, e in inverno anche a Barzio presso la vecchia Fornace o nei pressi della Villa De Vecchi a Bindo. E altri ne ho in programma nei prossimi mesi, anche perché in Valsassina ci vengo da quando sono nato… Quindi mi piace valorizzare anche i nostri posti suggestivi».
Gabriele Ardemagni vanta collaborazioni e link con varie riviste da Playboy o Vogue e di stilisti affermati. Collabora con Lecco/Lombardia film Commission e ha all’attivo anche qualche copertina di Immagine Valsassina.