L’Alto Lario si divide sull’arrivo dei profughi
Le differenti posizioni di amministratori e cittadini sulla possibilità di ospitare i rifugiati libici al collegio Sacro Cuore
— COLICO —
di STEFANO CASSINELLI
I PROFUGHI LIBICI inizialmente destinati ad essere ospitati a Vendrogno potrebbero in realtà essere dirottati al collegio Sacro Cuore.Dalla Prefettura di Lecco arriva un secco «no comment», e il prefetto Marco Valentini pochi giorni fa ha ribadito che «la situazione resta in stand-by. Nel caso l’emergenza si verifichi noi abbiamo una mappatura dei siti in Provincia: nel momento in cui sarà necessario saremo pronti e anche questo territorio potrà dare il suo contributo». La candidatura di Colico sarebbe stata avanzata la scorsa settimana. I tre candidati sindaco alle prossime elezioni hanno visioni diverse su quanto potrebbe accadere. Enzo Venini, candidato della lista civica «Cambiamento», conferma le indiscrezioni. «Sono venuto a conoscenza di questa possibilità e non sono contrario – spiega -. Se c’è bisogno di accogliere persone in difficoltà e il Governo indica Colico, dobbiamo essere in grado di rispondere. La cosa certa è che questi profughi non devono essere abbandonati a se stessi ma devono invece diventare utili per il nostro paese, poi logicamente bisogna capire la quantità di persone e il periodo di permanenza».

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«IL NOSTRO PAESE, con tutti i problemi che già ha anche sul fronte della sicurezza, non può permettersi di dover gestire tutti questi immigrati – precisa De Poi-. Non dimentichiamo inoltre che siamo un territorio turistico e la presenza di tutti questi immigrati creerebbe un danno economico incalcolabile alle attività turistiche e commerciali».

«Disponibili ma valutiamo i problemi di sicurezza»
LA PARTITA PER ACCOGLIERE i profughi libici sembra essere destinata a coinvolgere anche Vendrogno, mentre solo una piccola parte di immigrati potrebbe essere destinata a Sala al Barro presso il Centro polilogistico per le emergenze. «So che ci sono Comuni che si sono proposti per poter ospitare gli eventuali profughi – spiega il sindaco di Vendrogno, Pierandrea Acerboni -. Noi abbiamo la struttura di Casa Giglio, nata proprio con una finalità sociale e anche nel passato ha dato la possibilità a tanti di crescere nel migliore dei modi prima con i salesiani e poi con la “Casa del giovane” dove tanti ragazzi hanno potuto ritrovare la serenità. Proprio per questo la nostra comunità è pronta per aiutare e se si tratta di famiglie siamo disponibili. Discorso diverso essere invasi da non si sa chi». Secondo il primo cittadino di Vendrogno la realtà locale difficilmente potrebbe gestire l’arrivo di circa 150 immigrati.

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Per Acerboni l’accoglienza è un dovere «perchè l’Italia unita deve vedersi anche in questi momenti difficili, per questo la disponibilità ad accogliere un po’ di famiglie a Vendrogno c’è. Certamente, dovranno essere realizzati una serie di lavori per rendere la struttura sicura. Non dimentichiamo mai che quando l’ingegner Pietro Giglio fece costruire questo stabile pensò proprio alla possibilità di aiutare chi aveva bisogno».
Ste.Cas.