Cosi, Federico Oriani, storico valsassinse, per poco più di un’ora, ha raccontato fatti e aneddoti dell’epoca che lasciò un segno indelebile per la storia del bel paese. Proprio dalla Valsassina sono partiti tanti protagonisti dei fatti importanti che si sono succeduti alla metà dell’800, specie perchè da tutto il territorio lecchese e brianzolo sono apparsi personaggi importanti e trascendentali come il Manzoni, Stoppani, Ghislanzoni, Cesare Cantù o Sirtori, lo stesso Giuseppe Garibaldi si rese conto che questa era una zona importante, visitandola in ben tre occasioni.
In Valle, le prime "rivolte" sono iniziate nei momenti più difficili per l’economia locale, quando nel 1847 i raccolti agricoli erano in difficoltà e il governo austriaco si ostinava nel vendere il grano alla Svizzera, lasciando la gente alla fame.
Tanti valsassinesi sono scesi a protestare e molti hanno partecipato agli assalti perpetuati alle navi che circolavano per il lago di Como dirette verso il paese elvetico. Ma fu Cortenova il primo paese della Valle ad insorgere con una protesta particolare: il lancio delle pipe. Infatti, una domenica di gennaio nel 1848 gli uomini del paese, contrari al monopolio del tabacco, uscendo dalla chiesa si radunarono in piazza per lanciare a terra le loro pipe in segno di protesta.
La contestazione in Lombardia si faceva più intensa e dopo l’insorgenza di Milano, venne il turno di Lecco con manifestazioni in piazza alle quali hanno partecipato tantissimi valsassinesi, gli stessi partiti qualche giorno dopo verso Monza per liberarla.
Nel 1859, racconta Federico Oriani, anche la Valsassina, insieme alla Lombardia si è unita al Piemonte, ed è qui che Giuseppe Arrigoni, che aveva partecipato attivamente alle rivolte, decide di dedicare la piazza a Cavour, inaugurandola il 12 di giugno del 1859 (prima piazza in Italia in onore a Cavour) cosi come la via Vittorio Emanule II ad Introbio
Altri segni del risorgimento in Valle si trovano a Pasturo, dove sono presenti un paio di affreschi dipinti da Tagliaferri di Pagnona con immagini e scritte risalenti a quel periodo storico, altri valsassinesi famosi per la loro attiva partecipazione alla rivoluzione sono stati Luigi Arrigoni (fratello di Giuseppe e prete di Cortenova), Paolo Scandella di Barzio, Pietro Giglio di Vendrogno e Sebastiano Cattaneo di Barcone.
Anche il parroco di Margno si rese protagonista, dovendo scappare dagli austriaci travestito da pastore.
L’eroe di Barzio e della Valle fu Tranquillino Baruffaldi. Con famiglia originaria di Cortabbio ma trasferita a Barzio per lavoro, il Baruffaldi fu uno dei più importanti sostenitori di Garibaldi, partecipando attivamente a molte delle battaglie del generale.
Seminarista ai tempi dell’arruolamento dei garibaldini, Baruffaldi scappò del seminario per unirsi ai "rossi", disertando addirittura la chiamata alle armi degli austriaci; partecipò alle battaglie di Varese, di San Fermo, conquistando con l’eroe dei due mondi Bergamo, Brescia e finalmente lo Stelvio.
Quando non era in guerra, Baruffaldi studiava regolarmente all’università, ma appena ne aveva l’occasione ripartiva insieme a Garibaldi come nella campagna dei Mille che li portò in Sicilia, dove a Calatafimi fu ferito e diventò sottotenente.
Il barziese, quando finalmente la calma tornò e l’Italia iniziò a vivere tempi di "pace" grazie all’unificazione, si dedicò alla politica (con pochi riscontri) ma avendo una laurea – notarile – riuscì a lavorare nel suo campo e a vivere una vita piuttosto tranquilla nel piccolo paese valsassinese.
Cosi, con semplicità e chiarezza, Federico Oriani è riuscito a trasportare i presenti alla conferenza in un tempo lontano quando anche i valsassinesi come Baruffaldi nel loro piccolo sono riusciti ad inserirsi nella grande storia italiana.
STORICO DOCUMENTO CHE DIMOSTRA LA PARTECIPAZIONE DI BARUFFALDI
A FIANCO DI GARIBALDI ALLE BATTAGLIE PER L’UNIFICAZIONE ITALIANA