Caccia alle streghe in Valsassina Riccardina bruciata a Cortabbio



L’argomento era senza dubbi attraente: le streghe della Valsassina. A raccontare storie vere e documentate al numeroso pubblico presente in sala, due professori: Natale Perego e Marco Sampietro. Il primo degli oratori ha subito chiarito che il fenomeno delle streghe è sempre esistito, dal 1300 però grazie ad una bolla papale la stregoneria fu assimilata all’eresia e da quel momento iniziò una vera e propria caccia alla strega

Perego, oltre a raccontare alcuni episodi accaduti sopratutto a Lecco e dintorni, si è intrattenuto a leggere alcune citazioni delle "streghe" del 1500, che in molti casi (come hanno fatto notare alcune persone presenti tra il pubblico) sono di attualità e vengono citate anche nel 2010.
I relatori della serata: Marco Sampietro e Natale Perego
 
Dopo il professor Perego (congedato con un forte applauso) è venuto il turno dell’altro docente presente in sala, Marco Sampietro, integrante dell’Associazione Amici della Torre che ha fatto una serie di considerazioni sulle streghe della Valsassina. 
 
"In Valsassina ci sono state le streghe" ha esordito Sampietro, "ad Introbio nel 1566 è stato istituito il tribunale dell’Inquisizione. Nella seconda metà del 1400 c’erano chiese, altari e confraternite intitolate a San Pietro Martire."
 
Nel 1561 è stato denunciato un introbiese per aver mangiato carne di venerdì ed è stato segnalato alle autorità ecclesiastiche. Sono state tante le donne che all’epoca venivano denunciate per bestemmie, libri proibiti come ad esempio quelli che Paride Cattaneo è stato costretto a bruciare davanti al prevosto – tipo alcuni testi di magia, ma anche il Decamerone e libri contenenti discorsi di Machiavelli.
 
Alcune donne sono state cacciate via della Valle (soprattutto da Premana) perchè considerate "di malaffare", intorno al 1566 si è formato un Consiglio della Valle (retto dal Podestà Magni di Bellano) per perseguire le "tante persone malefiche, eretiche o streghe".
 
Diversi processi a donne di tutta la Valsassina sono stati eseguiti in questo periodo, c’è stata pure una condanna per stregoneria a Cortabbio nel 1515, nel tempo della caccia alle streghe. Una donna è stata considerata strega ed eretica, in un atto viene scritto che una tale Riccardina fu condannata a morte e poi bruciata nei presi di Cortabbio. 
 
Sampietro ha spiegato ai presenti che il lavoro di ricerca su questo argomento non è stato semplice perchè tutti gli autori che parlano di streghe difficilmente citano le fonti, ma comunque ci sono documenti conservati negli archivi che parlano della presenza di streghe, perfino a Cortenova.
 
Per esempio, a Pasturo è stato trovato un libro dei registri dei battesimi dove il parroco d’allora aveva creato una specie di catalogo per poter riconoscere le streghe; tra i segni demoniaci  che le identificavano secondo il documento ci sono le strane visioni, parole senza senso, lingua nera e umida, risposte con ira, odio agli uomini, sonno profondo e altri particolari.
 
C’era anche una "guida" per cercare di far guarire le streghe, che passava dal chiedere aiuto a Dio, alla confessione, la preghiera continua o la visita ai luoghi santi, le benedizioni dei beni e i vestiti delle persone fino all’esorcismo.
 
Per concludere, Marco Sampietro ha parlato del famoso "Ponte delle streghe" a Primaluna, dietro il cimitero, un luogo mistico e suggestivo, al quale si arriva dopo aver attraversato un piccolo sentiero, e dove, secondo quanto racconta la leggenda, si radunavano al tempo le streghe della zona, proprio nel prato circostante il ponticello sotto il quale passa un ruscello che è sempre alimentato da un filo d’acqua che scende dalla montagna.
 

 

 

 

 

 

 

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