Due valsassinesi nell’Egitto in fiamme Diario di una luna di miele a rischio



Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri un reportage che si potrebbe definire "involontario", curato da un valsassinese (Giulio Giumelli, operatore turistico originario di Crandola Valsassina) che si trovava al Cairo proprio nei giorni della rivolta popolare anti-Mubarak. Giumelli si è sposato l’anno scorso con Agnieszka Bundyra; la coppia ha poi atteso il primo momento di libertà dal lavoro ai "Sassi Rossi" per poter avere finalmente la propria luna di miele: in Egitto.

Ecco il racconto di queste ultime, convulse giornate nel bel mezzo della rivolta.

Cosa dire? Siamo arrivati al Cairo la sera del 27 gennaio provenienti da Abu Simbel con un volo interno, dall’aeroporto ci hanno portato al nostro hotel: "Movempic Resort Pyramids" a Giza. Il 28 in mattinata siamo andati a visitare la collina delle Piramidi e siamo entrati in quella di Micerino, la più piccola e l’unica aperta in questo periodo. In pomeriggio una visita veloce a Memphis e ritorno in pomeriggio in hotel.

Da quel momento fino a domenica mattina siamo rimasti confinati in hotel, perdendo la visita alla Cittadella di Saladino e al Museo Egizio (!), con i blindati davanti alle porte e passaggi di carri armati ogni 3/4 ore anche di notte. Dalla terrazza sopra l’hotel, prima che i militari si accorgessero delle nostre macchine fotografiche e della pericolosità del luogo,  si potevano osservare i militari che si muovevano a Giza e sentire gli spari e le esplosioni provenienti dai centri commerciali della zona.

In effetti i manifestanti veri e propri erano attorno alla piazza Tahrir, mentre gruppi di falsi manifestanti ma veri delinquenti si aggiravano ovunque e con la scusa della destituzione della polizia entravano ovunque potessero rubare. La gente "Perbene" entro poco tempo ha organizzato una polizia parallela con posti di blocco composti da macchine ferme e gruppetti di uomini con bastoni e coltelli che perquisivano chiunque passasse, il personale stesso dell’Hotel girava con bastoni o coltelli (soprattutto nelle ore serali), spiegando che volevano difenderci da un’eventuale attacco.

Per fortuna la notte tra sabato e domenica è passata abbastanza tranquilla e dal Cairo siamo partiti alla volta di Sharm el Shehik dove tra la smobilitazione generale (i 20.000 turisti che solitamente ci sono nel periodo erano assenti tranne pochissimi) abbiamo passato il resto della vacanza con rassicurazioni di calma assoluta ma nello stesso tempo divieti di uscire la sera, fare escursioni ecc.

La mia sensazione? Rivolta giustissima viste le condizioni di vita dell’80% della popolazione, Mubarak ha tentato di girare la frittata facendola diventare una guerra civile da sedare a colpi di fucile, tentativo a quanto pare fallito, certo che i miliardi di dollari che perderanno dal turismo peseranno su tutti.

La pellaccia l’abbiamo riportata a casa….peccato per il museo…

 

 

 

 

 

 

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