Barcone di Primaluna in festa per l’Immacolata



La festa inizia martedì prossimo, 7 dicembre: alle 18.30 inizia la cena con piatti tipici, all’ex asilo in Via Risorgimento; alle 21.00 serata danzante con il complesso Thisaste. Mercoledì 8, giorno dell’Immacolata Concezione, la prima messa è alle 8.30, poi la Santa Messa solenne alle 11; alle 14 ci sarà la Benedizione eucaristica e alle 14.30 il tradizionale incanto canestri in piazza, con l’assaggio di Vin Brulè.

La solennità dell’Immacolata Concezione ha oggi un significato meramente religioso, essendo scomparsa la tradizione della vendita delle piccole mele maturate a fine stagione, che diedero all’appuntamento l’antica denominazione di "Festa della Madonna di pomoi".

Il Santuario di Maria Immacolata in Barcone fu restaurato e abbellito con pitture al suo interno grazie alle offerte di grazie ricevuta e per la devozione dei buoni terrieri nel 1888. Diverse tracce di antiche pitture, apparse nel togliere l’intonaco dalle pareti, lasciano supporre che il santuario venne abbellito più volte. 

Nel 1898 fu levata una bellissima cancellata in ferro e ottone (eseguita in Brescia su ordinazione dei discendenti del conte Roncalli di Barcone) e sostituita da balaustra in marmo acquistata a S. Ambrogio Olona (Varese) dal curato locale don Pietro Tranquillo Bardelli. Nel 1898 venne comperata la statua dell’Immacolata, oggi venerata, con offerte raccolte dai devoti di Gero, Barcone e Case Nuove e fu messa nella nicchia gratuitamente preparata da Amedeo Tantardini.

Il campanile che portava una sola campana e terminava con forma quadrata e semplice venne restaurato e innalzato per più di 10 metri dei fratelli Tantardini nel 1904 e nel dicembre dello stesso anno fornito di un concerto di tre campane fuse a Grosio in Valtellina (ditta Pruneri) a cui se ne aggiunsero altre due nel 1905.

Nel 1909 le generose offerte dei poveri ma generosi alpigiani, accompagnate da preghiere di riconoscenza per grazie ricevute nelle malattie, permisero di rinnovare l’antico pavimento di mattoni con altro di piastrelle esagonali a colori e sul finire dell’anno stesso la mensa dell’altare con palio e tabernacolo tutto di marmo.

L’altare veniva consacrato dal vescovo Pietro Viganò superiore delle Missione estere di Milano, in una festa di spirituale entusiasmo (descritta nel Liber Cronicon della Prepositurale con ampiezza di particolari) non disgiunta dai tradizionali mortaretti e suono a distesa del completato concerto di campane.

L’indulgenza di cento giorni, da lucrarsi ogni anno nella festa dell’Immacolata, giorno anniversario della consacrazione dell’altare, faceva eco alle indulgenze plenarie che venivano rinnovate ogni sette anni.

Le note storiche sono state estratte dal sito VALSASSINA CULTURA

 

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