La Valsassina si trova a due passi da Milano, mezz’ora di macchina e si arriva in Valle. "Andiamo a far due passi in montagna" e "già che ci siamo, perché non raccogliamo un po’ di castagne"?..Così avranno pensato tanti in questa domenica autunnale quando si sono alzati, guardando il cielo grigio di Milano e dintorni, ed è così che la Valle si è riempita di raccoglitori improvvisati di castagne e funghi.
Il castagno, albero della della famiglia delle latifoglie, che i botanici chiamano Castagnea sativa, è stato per la collettività valsassinese un ottimo salvagente nei momenti più difficili.
L’albero offriva tutto se stesso ed era in grado di risolvere da solo i problemi di sussistenza di una intera comunità. Donava il legno del tronco e dei rami grossi per costruire mobili e attrezzi, quello di rami meno grandi e i rametti per riscaldare la casa mettendolo nella stufa, le foglie e i ricci per la composta da concime, ancora il legno e i detriti più vari per estrarre il tannino (indispensabile per la concia delle pelli).
Ma ovviamente il suo prodotto più importante era (ed è) la castagna, frutto estremamente nutriente, particolarmente adatto ai giovani e ai bambini, che contiene molti sali minerali, vitamine, zuccheri (42 per cento), proteine (3 per cento) e grassi (1,5 per cento).
La farina di castagna era molto utilizzata dagli abitanti valligiani per fare pani, polente, paste fresche e secche.
I tempi sono cambiati, gli abitanti del luogo raccolgono sì le castagne, ed è normale vedere nei boschi uomini e donne, anziani e bambini, muniti di gerli e ceste, ma negli ultimi anni, l’immagine è proprio cambiata, oltre ai valsassinesi, arrivano anche i raccoglitori della domenica che invadono letteralmente boschi e prati alla ‘caccia’ di castagne.
Decine di macchine parcheggiate nelle rive del Pioverna fanno intuire che centinaia di persone ne sono alla ricerca nei monti, sopratutto sul versante delle Grigne, dove i boschi sono a portata di mano e la zona è meno impervia.
Questa invasione ‘pacifica’ ma molto massiccia, infastidisce e non poco ai locali, che si lamentano della presenza nei loro prati, cascine e boschi di ‘intrusi’ alla ricerca di frutti. "Entrano nelle proprietà private senza rispettare, senza chiedere autorizzazione e rastrellano dappertutto" commenta uno degli abitanti della zona di Barcone a Primaluna vicino al Pioverna: "Poi, non si limitano a portare via quel sacchetto che serve per farle arrostire – lamenta – portano a casa sacchi e sacchi di roba", lo stesso vicino ci chiede se non ci sia un limite alla raccolta (un minimo giornaliero) ma si autorisponde commentando: "sarebbe inutile nessuno si metterebbe a controllare se sono state raccolte quantità eccessive".
Siamo andati a vedere di persona la situazione "castagne" ed è tale e quale a quella descritta dal testimone: decine di macchine parcheggiate in riva al Pioverna, famiglie intere che scendono dai boschi con sacchi di castagne sulle spalle, caricano il bottino nei bauli delle macchine e ritornano nei boschi per altri frutti.
La regolamentazione ci sarà, ma più che regole di comportamento, quello che si vorrebbe sicuramente sono regole di educazione, di rispetto per gli abitanti del luogo e delle loro proprietà, oltre ovviamente di rispetto per la natura, ma non sarà facile convincere i raccoglitori della domenica a cambiare abitudini, ancora una volta, i valsassinesi dovranno masticare rabbia ed augurarsi che le castagne finiscano subito.
ALCUNE IMMAGINI DELLA CACCIA ALLA CASTAGNA... |