Lunghi applausi hanno accompagnato le singole esecuzioni del celebre gruppo vocale composto da Luciano Gattinoni, Alberto Vigevani, Maurizio Mauri e Nino Giagnoni, gruppo nato, come ci raccontano loro stessi, proprio in Valsassina, grazie alle prime esibizioni avute luogo a Tartavalle Terme. I “negro spirituals”, genere con il quale i Mnogaja Leta hanno raggiunto il successo, sono i canti che accompagnavano il lavoro ed attenuavano la triste condizione degli schiavi d’America coinvolti in una tratta dall’Africa al Nuovo continente che ha coinvolto oltre 9 milioni di persone.
E sul filone dei negro spirituals sono nati poi blues e jazz, che incomparabilmente Louis Armstrong, in un intervista rilasciata proprio ad un giornalista italiano nel 1971, definì “il nostro inno, la nostra lode al signore” Chiedendo in quale altro modo “avrebbero potuto resistere i negri nelle piantagioni, senza di Lui, senza la fede, senza la speranza in Lui?”
Nella pausa tra brani caratterizzati da una interpretazione inconfondibile il gruppo evidenzia lo scopo benefico della serata e chiama sul palco Don Alfredo Comi. Il parroco ringrazia il meraviglioso quartetto e chi ha voluto realizzare un evento tanto bello nella sostanza e nelle intenzioni e racconta di quanto si sia rivelato complicato e dispendioso portare avanti un progetto tanto voluto come la scuola materna di Barzio; è come un figlio, gioia dei genitori, che necessita di molte cure ed attenzioni.
Al termine dei canti che passano in rassegna visioni profetiche, Gerico, metaforici carri, il fiume Mississipi e molto altro ancora, fino alla celebre danza delle ossa “Dry bones”, i Mnogaja Leta ci salutano con l’augurio di un futuro ricco di una pace che non sia solo la negazione della guerra, ma anche e soprattutto una serenità interiore.
Il sindaco Andrea Ferrari saluta la platea ed invita i presenti al rinfresco preparato dall’A.N.C.; appuntamento a questa sera con il concerto degli Innomina.