La ”ruina” di Gero e Barcone, di chi fu la colpa?



Raccontiamo di seguito la leggenda della "Ruina di Gero":
"La strega Bissaga camminava rapidamente, dopo i fatti capitati alla Rocca di Baiedo, per quella mulattiera che da Introbio porta in leggera discesa a Primaluna, sua figlia Armellina la seguiva a pochi passi sfinita ed infreddolita in quella notte di ottobre. Le doleva il capo e sentendosi opprimere dalla stanchezza, cadde sulle ginocchia, tramortita sulla soglia dell’oratorio di San Giacomo a Gero con la figlia al capezzale; dopo pochi minuti caddero entrambe addormentate, vicine come per scaldarsi a vicenda.

Ben presto la fresca aria mattutina svegliò le due malcapitate assopite all’ingresso dell’oratorio, una campanella suonando ripetutamente chiamava i fedeli alla prima messa mattutina. La strega si portò dentro la chiesa nascondendosi in un angolo vedendo passare numerosi fedeli accorsi con foga facendo gara per portarsi più vicino all’altare, come se il creatore si trovi solo sotto quell’altare di una chiesa e non sotto la magnifica volta del cielo; all’uscita dalla messa una signora traguardò nel buio e vedendo la donna nascosta urlò con gli occhi terrorizzati "la strega!" Tutta la chiesa si fermò per un secondo, guardandola con occhi pieni di odio e vergogna.

Quelle bigotte trascinarono la strega per i capelli fuori dalla chiesa, persino il prete accorse a bagnarle il viso con l’acqua santa, borbottanto formule in latino. Gettate in mezzo alla strada, madre e figlia ricevettero un benvenuto di pietre scagliate da ragazzacci fedeli e devoti: la strega con il suo corpo fece da scudo ad Armellina ma quando una pietra ferì la povera bambina la strega, alzando la sua mano sporca di sangue al cielo, rivolse una maledizione: "che precipiti l’Acrella sopra questo viperaio, che io maledico col sangue di un’innocente! Non toccate i cuccioli alla lupa ma neppure i i figliuoli ad una madre!"

Fuggite da quel luogo tanto ostile incontrarono due fanciulli sulla riva del Pioverna che sbocconcellavano un tozzo di pane, "Mamma, pane!" supplico la piccola Armellina affamata e ferita; i due giovani staccarono metà del proprio pane ed ognuno lo offrì alla poverina. "Donde siete, cari fanciulli?". "Di Gero!" risposero i due; la strega con un bacio di Armellina pregò il cielo che la maledizione scagliata sul nefasto paese risparmiasse i due giovani di buon cuore.

Negli archivi di Arrigoni si trova questa particolare annotazione:

"E fu un caso molto singolare che Pietro Antonio Artusi e Giuseppe Selva, ragazzi dell’età di nove anni, che erano sul monte franante sul paese intenti a coglier ginestre, sani ed illesi si ritrovarono con le ginestre in mano nel piano del Pioverna!"

Alcuni passaggi sono tratti dal libro "Lasco" di Antonio Balbiani.

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