PREMANA/PAGNONA – Il concetto è semplice e incisivo: se le tariffe dell’acqua potabile sono in forte aumento e alcuni aspetti previsti da contratto (vedi depurazione) si pagano ma senza che ci sia il servizio, da un lato si può e si deve chiedere la rifatturazione “stornando” appunto i costi non dovuti, dall’altro questa forma di civile “ribellione” dovrebbe diventare di massa. generando una cosiddetta class action, ovvero appunto una azione collettiva nei confronti di Idrolario-Idroservice.
Se ne fa promotore l’ex sindaco di premana Pietro Caverio, che ci ha contattati per “condividere con i lettori alcune riflessioni sulla gestione del ‘ciclo integrato delle acque della provincia di Lecco’, un’ analisi da cittadino-utente priva di riferimenti politici”.
Ecco la cronistoria: ad inizio del millennio viene definito l’ambito territoriale della provincia di Lecco, atto che “determina la fine della gestione diretta dei Comuni, che debbono da subito contribuire erogando un euro a cittadino per mantenere la struttura burocratica incaricata”.
“Con calma – sottolinea Caverio – a fine 2010 il servizio viene affidato alla società Idrolario srl e successivamente a Idroservice. I cittadini-utenti, stante un regime di monopolio, da questa riorganizzazione del servizio idrico integrato dovevano avvalersi di un ottimale approvvigionamento di acqua potabile, privilegiandone la qualità nel pieno rispetto dell’ambiente ma hanno invece subito l’esponenziale aumento delle tariffe”.
A supporto di quanto espresso, l’ex sindaco premanese porta ad esempio la realtà in cui vive.
“Pagnona: acqua potabile con costante presenza ai limiti di legge di arsenico, acquedotto con tubature vecchie in ferro, depuratore costruito negli anni ’80 mai collaudato e (forse dopo il mio esposto) autorizzato allo scarico nel 2013. Mi domando come! E’ stato come fare passare la revisione ad una macchina non immatricolata.
Premana: acqua potabile al cloro, depuratore privo di autorizzazione allo scarico dal 2003, da anni sono a bilancio del piano d’ambito i soldi per l’ampliamento”.
Ed ecco la ribellione civile secondo Caverio: “Io come ogni utente sulla potabilità dell’acqua posso fare poco in quanto di competenza del sindaco. Ma voi come me se ritenete che il depuratore del vostro ciclo sia inattivo potete chiedere la rifatturazione con l’adeguamento tariffario come da loro tabelle”.
Le tabelle le pubblichiamo qui sotto; se ne deduce che l’importo per la depurazione, quello stesso che Caverio invita a “stralciare” dai pagamenti delle bollette, è piuttosto rilevante. Nel caso segnalato, la tariffa in presenza di depurazione è di 0,632 euro al metro cubo mentre per utenze non allacciate è di 0,094 euro.
L’invito è quello di rivolgersi a una associazione di consumatori per poi arrivare a chiedere di ricalcolare le bollette (anche retroattivamente, fino a 5 anni) con le tariffe giuste se il servizio effettivamente manca.