BENEDETTI SINDACI/MARISA FONDRA: “TACENO, SEDE IDEALE PER UNA PLURALITÀ DI SERVIZI”



TACENO – Il nostro viaggio tra i sindaci della Valle ha fatto tappa a Taceno, da Marisa Fondra. Taceno, verrebbe da pensare, non è in Alta valle e non è nemmeno in centro valle, insomma è lì ai confini tra l’una e l’altra ed i ruggenti strapiombi che scendono a Bellano.

Ma lei, Marisa, non la pensa proprio così.

Sì, perché “più che un paese di confine è un paese posto in un crocevia di strade e sentieri e quindi un punto di partenza e un punto d’arrivo; lo snodo viabilistico da e per Lecco, Bellano, l’Alta Valle” e “sede ideale per una pluralità di servizi: scuole, distretto socio-sanitario, sede di associazioni al servizio del territorio: potrà mai diventarlo?”

Il passato di Taceno parla una lingua diversa dall’attuale. “Non dimentichiamo – dice il sindaco – che in passato è stato uno dei paesi con il più elevato numero di attività ricettive alberghiere e che negli anni 70/80 ha visto anche la realizzazione di un campeggio con annesse tutte le necessarie strutture di servizio”. Concludendo, “E’ un paese che ha bisogno di rigenerarsi, come tanti altri dopo un periodo di “gloria”, e chissà mai che in un futuro possa ancora tornare ad essere a “centro Valle”.

In attesa dell’auspicata “rigenerazione”, Marisa Fondra governa senza il contraltare di una minoranza. “Scontiamo una disaffezione verso la “cosa pubblica” – dice non senza una punta di rammarico – e la mancanza di fiducia verso chi ricopre ruoli pubblici da qui il crescendo della presenza di liste uniche alle ultime elezioni amministrative se non addirittura la mancanza di candidati tanto da determinare il commissariamento dell’ente”.

Tant’è: lei crede fermamente nell’impegno verso i suoi cittadini e lo sente come una “bella responsabilità da onorare nel tempo con impegno, costanza e serietà.”

E guarda avanti.

“La nostalgia del passato – afferma – è un pensiero per “vecchi”. Mi piace guardare al futuro tenendo i piedi ben saldi per terra”.

E la nostalgia ha un nome e un cognome, le Terme di Tartavalle.

“La Valle – sostiene Fondra – sconta alcuni problemi perché è carente di viabilità e servizi che potrebbero rendere sostenibili interventi di recupero e riqualificazione di ambiti come quello delle terme ma, personalmente, credo che per Tartavalle occorra affidarsi alla politica dei piccoli passi e, visto il contesto, ad interventi a misura delle famiglie”.

E allora prendiamo atto del presente “ della pista ciclabile, della avio superficie e della eli superficie adibita al volo notturno: tutti interventi all’interno di una programmazione voluta e costruita dall’Amministrazione che rappresento e che ha guardato oltre i propri confini geografici.”

Anche se, seguendo il ragionamento di Marisa, si può fare di più.

“Penso ad un progetto INTERREG, da condividere con gli altri Comuni della Valle, che valorizzi quello che c’è, che sviluppi nuovi interventi e opportunità sul fronte turistico, culturale, sportivo con particolare attenzione all’accessibilità dei luoghi perché il Pioverna è la nostra risorsa “comune”.

Il presente, è vero, è anche il problema del centro sportivo Biorca dove, secondo il sindaco, “obiettivi differenti non hanno trovato un punto di convergenza”, e speriamo, aggiungiamo noi, che a un certo punto si trovi la quadra.

Taceno è stato il secondo comune, dopo Introbio, ad uscire dall’Unione dei Comuni, una scelta che “non è stata assunta con leggerezza, ma che è stata decisa dopo aver definito con gli altri Comuni un percorso di lavoro con l’obiettivo condiviso di addivenire ad una riorganizzazione degli Enti”.

Ma cosa non ha funzionato?

Di fatto – afferma Marisa Fondra – è mancato un “progetto comune”. Non è sufficiente dire “mettiamoci insieme” e non basta fissare obiettivi, occorre perseguirli”

Per cui l’Unione è diventata “un altro comune in aggiunta ai comuni soci”, una specie di “bancomat da utilizzare per ogni necessità”.

Un qualcosa, insomma, “ben lontano da rappresentare un Ente rispondente ai criteri di efficacia, economicità”.

archivio15185.jpgFondra non chiude le porte al resto del mondo, non è nel suo modo di essere donna e amministratore, ma chiede, per poter tornare a discuterne, “che ci siano politiche condivise sia in termini di obiettivi che di gestione, nell’ottica di un effettivo miglioramento della qualità dei servizi. E’ infatti impensabile che Comuni della nostra dimensione possano continuare operare come singola entità, così come non si può pensare di non condividere politiche, scelte, percorsi in un territorio limitato come la Valsassina”.

Tutto giusto, tutto corretto, tutti d’accordo. Ma la cosa non ha funzionato ed è lì da vedere.

Da Taceno, crocevia della storia della nostra Valle, raccogliamo volentieri anche una citazione con la quale Marisa Fondra tiene a salutarci.

“In ogni caso – secondo Bertrand Russellè salutare, di tanto in tanto, mettere un interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato”.

Anche se non ce n’è bisogno, sottoscriviamo.

Riccardo Benedetti

 

 

 

 

 

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