BARZIO – Paolo Invernizzi è molto conosciuto a Barzio e nella Comunità Pastorale Maria Regina dei monti per avere, per molti anni, collaborato come responsabile alla gestione dell’Oratorio del suo paese. Al Riro che si è svolto nel Duomo di Milano l’ 8 settembre, ha ricevuto l’ammissione agli Ordini Sacri, primo passo per diventare sacertote. Alla cerimonia hanno partecipato 16 seminaristi che dal Biennio passano al Quadriennio teologico ed hanno pronunciato il loro primo pubblico “sì” davanti alla Chiesa. Anche don Alfredo e il parroco don Lucio non sono voluti mancare, assieme agli altri sacerdoti della Comunità, a questa importante cerimonia.
Ecco la sua testimonianza in esclusiva di questo importantissimo momento della sua vita.
“Ho trascorso quest’estate nella Comunità Pastorale “Madonna della Speranza”, la stessa in cui ho svolto il mio servizio domenicale durante l’anno, che comprende le parrocchie di Samarate, Verghera, San Macario e Cascina Elisa (queste ultime, tutte frazioni di Samarate).
Per il mese di giugno e le prime settimane di luglio mi sono affiancato all’educatore laico dell’oratorio di Verghera e lì ho svolto l’Oratorio Estivo. Vi erano circa 150 ragazzi e due dozzine di animatori. Pur nelle grandi differenze di spazi, di tempi, di modalità di gestire le attività ed i giochi rispetto all’oratorio di Barzio, mi sono accorto di come i desideri e le esigenze sia dei bambini che degli animatori siano molto simili a quelle dei loro coetanei valsassinesi. Ecco perché, forte delle mie esperienze passate, mi sono trovato ben presto a mio agio ed in grado di incidere nel percorso educativo di questi miei fratelli più piccoli.
Terminato l’Oratorio Estivo sono subito partito per la Valle d’Aosta con più di cinquanta ragazzi di seconda media, provenienti da tutta la Comunità Pastorale per il campeggio. L’esperienza di dieci giorni in tenda era per me tutta nuova, ma ne ho tratto molti benefici. In primo luogo è un’avventura in cui si è molto più a contatto con la natura rispetto ai campeggi “in casa”. Questo aiuta nello sviluppare un senso di essenzialità e di sobrietà del modo di vivere. In secondo luogo ho potuto riscoprire l’età preadolescenziale, cioè l’età di colui che in maniera abbastanza sorprendente è combattuto nel cercare di tenere assieme atteggiamenti maturi ed infantili. E dove c’è sorpresa c’è bellezza! Infine ho avuto la fortuna di vivere questo campeggio insieme ad un’ottima equipe educativa con cui sono entrato subito in sintonia.
Da ultimo, a fine luglio sono partito per Cesenatico con il coadiutore, tre educatori e una ventina di adolescenti della CP. Qui con i tipici ritmi di una vacanza, abbiamo essenzialmente fatto tre cose: pregare e riflettere, prendere il sole e infine fare il bagno. Al di là del condividere momenti di relax e tranquillità con tutta la gioia e l’entusiasmo tipici di quest’età, faccio tesoro dei momenti di riflessione che conducevo io al mattino. La figura di riferimento era il profeta Giona e dialogare con loro attorno alla fede ed alle scelte di vita è stata una sfida davvero interessante. Questa esperienza mi ha mostrato in maniera evidente come non si possa procedere da soli, ma soltanto con dei compagni di viaggio.
Il mio soggiorno a Samarate e dintorni si è ormai concluso ma ho il cuore ricco di gratitudine per una comunità che mi ha accolto e mi ha permesso di crescere, specialmente nella fede. Un grazie particolare va al coadiutore, don Alberto, che in questi due anni si è preso cura di me e ha davvero preso a cuore il mio cammino. Per un giovane seminarista non c’è cosa più formativa di vedere un buon prete all’opera e condividere un po’ di vita al suo fianco!
A corona della mia estate, martedì 8 settembre in Duomo ho vissuto il “Rito di Ammissione al Diaconato ed al Presbiterato”. Tale rito è la meta del Biennio teologico e una tappa del mio cammino di formazione. Esso sancisce il passaggio al Quadriennio teologico. L’Ammissione al Diaconato ed al Presbiterato è il frutto di due fattori fondamentali: da una parte la mia scelta, maturata durante questi due anni di Seminario, in particolare nel periodo che viene detto di “discernimento”, alla fine della II Teologia, quando si è invitati nel confronto con gli educatori e nella preghiera a fare più chiarezza sulla propria vita; dall’altra parte, il secondo fattore, è l’accettazione ed il riconoscimento da parte della Chiesa, nelle persone del Rettore e del padre spirituale, di questa mia scelta.
Quindi “l’eccomi” pronunciato l’8 settembre in Duomo, che manifesta pubblicamente la mia intenzione a dedicarmi al servizio di Dio e degli uomini, è concorde all’impegno della Chiesa a guidarmi e a rendere testimonianza della verità del mio percorso.
Da ora, infatti, anche il mio modo di vestire attesterà la mia scelta vocazionale e la disponibilità a seguire il Signore nella forma di una particolare consacrazione.
La mia permanenza in seminario, non è però finita. Mi aspettano altri quattro anni prima di essere ordinato, anche se il tempo passa davvero in fretta! Tenendo lo sguardo fisso su Gesù non scompariranno le fatiche, ma sarà un cammino ricco di belle esperienze e affascinanti incontri.”
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