BENEDETTI SINDACI/AGOSTONI A TUTTO CAMPO: NONSOLOPASTURO



PASTURO – Guido Agostoni è sicuramente il sindaco con più anni di “militanza” amministrativa in Valsassina, ragion per cui nel realizzare l’intervista che segue abbiamo volutamente parlato poco di Pasturo (lo faremo magari in una prossima occasione) e più di temi di carattere generale.

Alcuni di questi temi sono peraltro di estrema attualità come, ad esempio, quello relativo all’Unione dei Comuni, ma a lui, che è anche vice presidente della Comunità Montana, abbiamo chiesto un parere sull’Ente della Fornace, nonché sul Parco delle Grigne.

Un’intervista, insomma, a tutto campo e con “vista” della Valle dall’alto. Ecco la prima parte del botta e risposta tra Riccardo Benedetti per VN e Guido Agostoni (venerdì la seconda e ultima puntata):

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Sindaco Agostoni, c’è qualcosa che non è ancora stato detto o scritto (o che a suo giudizio è stato scritto non correttamente) sulla vicenda dell’Unione dei Comuni?

Penso si sia scritto di tutto e di più … Forse non c’è stata la possibilità di un approfondimento e di una discussione pacata, non influenzata da polemiche molto spesso strumentali. In alcuni consigli comunali, almeno per quanto riportato dalla stampa, si sono personalizzate delle questioni che avrebbero dovuto essere affrontate sulla base del vero significato. Ad esempio la modifica dello Statuto dell’Unione è stata discussa, voluta e concordata fra i sindaci proprio a salvaguardia dell’Unione e questo è stato possibile spiegarlo solo dove la discussione ha riguardato il merito del problema e non la contrapposizione fra le persone. Posso tranquillamente dire che in quest’ultimo anno gli incontri fra sindaci si sono sempre svolti in un clima di reciproca stima, anche nella comprensione dei problemi diversi di ciascun Comune rispetto alle scelte da effettuare.

 

Sempre rispetto alle unioni dei Comuni, possono costituire un problema anche le differenze fra i Comuni stessi?

Ho avuto modo di visitare recentemente una mostra di Pistoletto. Una delle scene rappresentate aveva un titolo molto significativo, “Love Difference”: in sintesi, una forma ricalca il profilo del Mar Mediterraneo ed intorno ad esso si trovano delle sedie di forme diverse proprio per simboleggiare la diversità delle culture che popolano il Mare Nostrum. A discapito dell’uniformità e del livellamento delle diversità, il progetto invita ad “amare le differenze”, tappa essenziale per lo sviluppo di nuove prospettive nell’intero organismo sociale. La vicinanza e lo scambio fra le persone è la premessa principale per il dialogo. In questo senso anche per il nostro territorio le differenze, se ben interpretate, portano ad una consapevolezza responsabile dei singoli enti e costituiscono una ricchezza collettiva.

 

Ma, secondo il suo parere, perchè si fa così fatica a ragionare in termini di “fusione” dei Comuni?

Direi che è un periodo difficile da questo punto di vista, sia a livello “macro” (basti pensare alla fatica che si sta facendo fra gli Stati a livello Europeo) che a livello “micro” come per i nostri Comuni. Per certi aspetti questo vale anche a livello interpersonale; ad esempio 20 anni fa, alla mia prima esperienza in amministrazione, non mi sembravano così frequenti come oggi le conflittualità fra i cittadini, per un confine, per un presunto diritto di passaggio dovuto o negato, per un cane che abbaia. E di fronte alla conflittualità si fa fatica ad accettare una mediazione; si preferisce una “causa” e il ricorso a un avvocato…

UNIONE COMUNI ADDIOAnche come amministratori si fa fatica a ragionare su progetti complessivi, su come immaginiamo o come vorremmo il nostro territorio fra 10 o 20 anni e oltre. E’ più semplice, ma purtroppo senza sbocchi, fare solo i conti del ragioniere e rispondere alla domanda “Cosa ci guadagna il mio Comune?” piuttosto che alla domanda “Come vorrei il futuro dei nostri Comuni e di questo territorio?”. Dico questo col massimo rispetto per i ragionieri che fanno correttamente il loro lavoro.

Devo aggiungere che anche il messaggio politico, da parte dello Stato o della Regione, è molto ambiguo: in termini psicologici si chiamerebbe un doppio messaggio. In altre parole viene detto ai Comuni: fate volontariamente e spontaneamente quanto siete obbligati a fare, cioè associarvi per esercitare congiuntamente una serie di funzioni e di servizi. Se l’indicazione fosse più chiara (come per altri settori) il percorso sarebbe più facile e meno conflittuale.

 

E qual è la sua posizione (o la posizione dell’amministrazione di Pasturo) in proposito?

Finora Pasturo ha aderito all’Unione Media Valle, anche se, sulla base di alcune riflessioni, appare più congruente una sua collocazione con i paesi della prima parte della Valle. La scelta è stata ancor più sollecitata dall’uscita di Introbio che ha prodotto una discontinuità territoriale fra Pasturo e gli altri Comuni dell’attuale Unione (Primaluna, Cortenova e Parlasco). FERRARI E AGOSTONI BARZIO PASTUROCon i Comuni dell’Altopiano condividiamo già diverse realtà: da un dato “storico” come il distacco di Pasturo, come Parrocchia, da Cremeno alla recente Comunità Pastorale che ha riunito le parrocchie dei cinque Comuni; dalla Scuola Media frequentata dai nostri ragazzi alle diverse manifestazioni che si svolgono nel fondovalle fra Pasturo e Barzio. Basti pensare alla Sagra delle Sagre, alle Giornate Zootecniche, ad eventi musicali e sportivi.

Mi rendo conto che si tratta di un processo che richiede i suoi tempi e come amministrazione di Pasturo non intendiamo in alcun modo accelerarli in mancanza di condivisione. Faccio però fatica a comprendere alcune chiusure come quelle espresse da altri amministratori.

[continua venerdì 23 ottobre]


R . B.

 

 

 

 

 

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