LETTERA/LA DURA VITA DI TURISTI E VILLEGGIANTI IN ALTA VALLE. MENO MALE CHE C’È DON BRUNO…



I turisti dell’alta Valsassina sono disperati per la condizione ambientale e strutturale in cui si trovano i due comuni, adiacenti territorialmente, ma separati nelle scelte del comune vivere civile. Arrivati in Valsassina per le feste di Natale abbiamo trovato ancora inaccessibile la parte pedonale del ponte di Casargo sul torrente, fra il villaggio Sant’Ambrogio e il centro di Casargo, interrotto da più di un anno. I pedoni, che oggi sono costretti a muoversi di frequente fra Margno e Casargo per fare la spesa, devono proseguire sulla sede stradale a fianco delle auto con il rischio di essere arrotati. Lo stesso pericolo lo corrono sulla provinciale Margno-Casargo che in alcuni tratti è senza marciapiedi e costringe le persone a camminare sul ciglio stradale, delimitato da una striscia bianca, insufficiente anche per un piede, figuriamoci per due piedi o per una mamma con la carrozzina, per non parlare del disagio sopportato dai disabili. In prossimità della curva verso il ponte, quando il selciato a scivoloso, le auto slittano, si urtano e possono coinvolgere anche i pedoni. Anche i marciapiedi sulla provinciale in Margno sono inagibili per le carrozzine e dopo le nevicate non sono ripuliti e provocano scivolate.

A Margno i turisti hanno avuto la sorpresa di trovare tracciate con linee blu i parcheggi vicino al cimitero, riducendo quindi le possibilità di lasciare l’auto senza spendere soldi. Un provvedimento che indispettisce perchè allontana sempre di più i turisti, che si sentono presi in giro e poco accolti. Da tempo, poi, i due comuni vivono situazioni critiche sul fronte dei servizi alla cittadinanza. Per esempio Margno è privo di negozi di prima necessità. Residenti e turisti per fare la spesa devono recarsi a Casargo.  Non mancano, invece, i bar, ma sono sbarrati i due locali pubblici di intrattenimento, lo Sporting e il pub pizzeria. Tutte e due le strutture erano un importante richiamo turistico per residenti e villeggianti, particolarmente per le famiglie con bambini. Lo Sporting era stato donato a don Mazzi per farne una struttura di ritrovo comunitario gestita dalla Comunità, ma l’operazione è poi fallita. Il Pub pizzeria, invece, ha vissuto una vicenda fallimentare e da anni è chiuso.

Il problema degli impianti sciistici è un altro neo dell’alta valle. Dopo la chiusura, attesa ma non risolta, della sciovia dell’Alpe Paglio, l’area sciistica del Pian delle Betulle è troppo limitata per attirare turisti della neve, collegata a Margno da una funivia di piccole dimensioni che promette code alla salita e alla discesa. 

Visto il “disinteresse” delle amministrazioni comunali, che non hanno ancora pensato di unirsi per risparmiare sulle spese, non c’è che da sperare nell’intervento del nuovo sacerdote parroco don Bruno Maggioni che con la sua verve e capacità di comunicare ha disperso nell’aria un senso di simpatica comunione che richiama in valle i suoi fedeli milanesi che non riescono ad abbandonarlo, facendo rivivere alle persone momenti di gioia e di amicizia fra le valli, ma soprattutto cercando di aprire le porte a tutti in momenti conviviali e comunitari oltre che legati alla vita della  parrocchia che anche in questo caso è frammentata in più paesini e frazioni. Domenica 3 gennaio nella chiesa di Margno c’è stato il primo battesimo del 2016 con una festa comunitaria durante la messa, con un finale gioioso ballando sull’altare sotto le note di Mamma Maria.

La speranza per il nuovo anno? Che gli Enti predisposti capiscano quanto valore  può avere un centro turistico a poco più di un’ora da Milano e cerchino di valorizzare un po la attrattive locali accogliendo i turisti non come “stranieri sfruttatori” che invece pagano tasse, IMU compresa, salate per servizi scadenti.

Edoardo Stucchi

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