RASSEGNA ORGANISTICA VALSASSINESE: QUANDO LA SPIRITUALITÀ INCONTRA LA MUSICA



PRIMALUNA – Con il concerto corale del gruppo Melos nella serata del 20 dicembre e i Vespri d’organo nelle domeniche del tempo natalizio, Primaluna si è fatta protagonista di alcuni degli eventi musicali legati all’edizione invernale della Rassegna Organistica Valsassinese.

Appuntamenti di qualità che hanno sollecitato la partecipazione sia dei residenti sia dei villeggianti, offrendo spunti di particolare suggestione a chi ha potuto assistervi. Lo stesso concerto del coro Melos, tra canti e preziose immagini, ha regalato un ideale percorso natalizio ricco di incanto.

Di seguito proponiamo lo scritto pervenutoci a riguardo dei Vespri d’organo, prima esperienza Valsassinese, che sembra davvero aver riscosso apprezzamento. Un pensiero di ringraziamento è doveroso a tutti coloro hanno sostenuto, anche economicamente, questa prima esperienza.

Unire la Musica alla Spiritualità. La Musica è spiritualità, sotto un’altra forma. La Musica, sin dall’antichità, è stata sempre un modo per parlare oltre le parole, per comunicare oltre la comunicazione stessa, sino ad assumere significati davvero profondi, e aprire nuove porte di conoscenza.

Per questo fatto, unire l’aspetto musicale a quello della preghiera, e della liturgia stessa, è qualcosa di davvero notevole. Soprattutto quando la Musica “confluisce”, di fatto, nella Liturgia, ne diviene parte, ne diviene un tutt’uno. Ancora meglio, sicuramente, quando la musica, anche per le caratteristiche di uno strumento musicale, diviene, di fatto, una lode a Dio, all’Assoluto.

Questo si è pienamente verificato nella Chiesa di Primaluna. Un paese il cui nome è già un programma, che il suo aspetto conferma.

Entrando nella bella Parrocchiale, ed ascoltando il suono dell’Organo, già ci si sente in un’atmosfera che eleva lo spirito. L’Organo “Serassi”, qui presente, è di per sé in grado di esprimere davvero bellissime sonorità, che si adattano molto bene a diversi tipi di musica.

In questa breve rassegna, di soltanto tre appuntamenti, a cavallo tra i due anni (27 dicembre, 3 e 10 gennaio), la sonorità dell’Organo Serassi ha davvero pienamente risposto a diversi repertori proposti, donando sempre delle bellissime armonie.

Gli appuntamenti si sono tenuti nel cosiddetto “Vespro”, da cui il nome di “Vespri D’Organo”. Precedendo immediatamente la Liturgia, che ne diveniva parte integrante: infatti, la parte musicale della celebrazione era curata dallo stesso organista, e sui programmi venivano anche indicati i brani eseguiti durante la funzione. In tal modo, non c’era stacco, ma continuità, e la musica diveniva preghiera.

Gli stessi brani proposti avevano connotazioni spirituali.

Apre la Rassegna un concerto dell’Organista Fabrizio Vanoncini. vanonciniUn concerto che, il 27 dicembre, quindi in pieno spirito natalizio, propone un programma che mette pienamente in risalto la timbrica dell’Organo Serassi, sia nei registri gravi che in quelli acuti. Un programma che vede una parte rilevante dei brani incentrati su musicisti francesi, quali Louis James Alfred Lefébure-Wely che, con un’interessante “Scena Pastorale”, dalle movenze talvolta quasi ”teatrali”, occupa una buona parte dei Vespri Organistici. Apertura ricca di sonorità con Padre Davide da Bergamo, in un brano sicuramente perfetto per iniziare i Vespri Organistici: una Pastorale intitolata appunto “Il Trionfo della Religione Cristiana”.

Spazio anche al Barocco Tedesco, con un Preludio Corale di Johann Pachelbel, e conclusione sicuramente Natalizia con un “Noél”, genere musicale basato su elaborazioni legate a Melodie Natalizie. In questo caso, ritorno al Barocco con un Noél di Louis-Claude Daquin, dalle atmosfere luminose.

Liturgia musicale quasi tutta “ottocentesca”, che si apre con il viennese Carl Georg Lickl, con una Pastorale, prosegue, all’offertorio, nuovamente in Francia con un sicuramente natalizio Renaud de Vilbach (Offertoire pour le temps de Noël), “sconfina” in Italia con una fresca e spontanea “Pastorale” di Donizetti, per concludere in Germania, nuovamente con Pachelbel, in un “Magnificat Sexti Toni” perfetto per la conclusione gioiosa di una Liturgia in pieno tempo natalizio.

Con il Concerto di Giovanni Cantaluppi, con il quale si “entra” nel nuovo anno, ci si porta nella Musica Italiana del XIX secolo. Un repertorio che Giovanni ama molto, e che, per lui, è anche fonte di ricerca musicale.cantaluppi

In parte, questo repertorio riecheggia quello della Musica Francese della stessa epoca, della quale qualcosa è stato ascoltato nel concerto precedente. Ma, almeno credo, sono qui accentuati i caratteri brillanti dei brani, caratteri in qualche modo legati anche al Mondo Operistico. Brani nei quali, ancora più che in altre composizioni, l’Organo diviene veramente un’orchestra, e in qualche modo va ad imitare le sonorità orchestrali.

«Questa musica, anche se può stupire qualcuno, era musica non solo sacra, ma liturgica!» come ricordato, in un suo concerto, dall’organista Giancarlo Parodi. Dimostrando che la lode può essere anche sonora, altisonante, e non solo sommessa. In questo caso, l’Organo ha risuonato luminoso a lode di Dio. Una lode che poi si è inserita nella messa successiva, con continuità, facendo sì che le parole si unissero alla musica con grande armonia.

Il programma presentava diverse “Pastorali”, che erano “racchiuse” da due Marce, di cui l’ultima, di Clement Loret (uno “sconfinamento” in Francia, che tuttavia non alterava lo stile dei brani), era una “Marcia dei Re Magi”: perfettamente in tema natalizio.

Apertura in “Marcia”, con Gherardeschi, per un programma che, come dicevo, a parte la conclusione, è stato tutto italiano e “Pastorale”, con suggestivi brani di Vincenzo Antonio Petrali e Giuseppe Aleotti. Potrebbe fare eccezione Pietro Alessandro Yon, del quale è stata presentata una “Marcia Pastorale” perché, ancora molto giovane, si stabilì negli Stati Uniti. “Passaggio” nel Settecento con Giuseppe Aleotti, che tuttavia riporta molto allo stile degli altri compositori.

Nella liturgia, spazio anche all’improvvisazione, su brani natalizi, tra cui il noto “Adeste Fideles”, nei quali si è vista anche l’abilità dell’esecutore di “creare” Musica, e di farlo con capacità e passione.

Improvvisazione in stile natalizio anche all’Offertorio. Comunione con una Pastorale di Vecchiotti, per una conclusione “Statunitense”, con un brillante “Prelude in a Classic Style” di Gordon Young.

Poi, dopo una settimana, quando ormai gennaio stava avanzando, e le giornate mostravano qualche segno di allungamento, il Concerto di Alessandro Milesi, a concludere la Rassegna, breve ma intensa, il 10 gennaio.milesi

Qui, il repertorio tornava verso il Barocco, con Dietrich Buxtehude e Johann Sebastian Bach. Autori che indubbiamente portano alla sacralità della musica, alla lode. Si apre con il celeberrimo “Preludio, Fuga e Ciaccona” di Buxtehude, dal carattere brillante, per poi passare a due Preludi Corali di Bach, con struttura fugata, dove sicuramente la lode a Dio diveniva contrappunto e sublime capacità di elaborare un Corale, pur mantenendo intatta la sua grande intensità spirituale.

Poi, spazio all’estro elaborativo dell’organista, con una sua Fantasia improvvisata su temi natalizi. Temi elaborati, non sempre riconoscibili nella loro interezza ma sicuramente in molti frammenti (si riconosceva l’Adeste Fideles): ma questa era la sua bellezza, che evidenziava creatività e passione.

La liturgia è venuta quasi da sola, con la Musica delle Parole, che si è fusa con la Musica dell’Organo, divenendone un tutt’uno. Una liturgia che ha visto anche preludi a canti dei fedeli (quello all’ingresso su “Un solo Spirito” e quello alla Comunione su “Pane di Vita nuova”) , nella tradizione che richiama anche il Nord Europa, con il “Preludio al Corale”, dove sovente il Preludio era un’introduzione ai canti dei fedeli.

Conclusione con una nuova fantasia su temi natalizi, sempre improvvisata, e che denotava creatività e passione. Un Natale ancora nell’aria, con Cristo ormai manifestato dopo l’Epifania, per aprire alla bellezza della Spiritualità stessa, e concludere in maniera luminosa l’iniziativa.

Un’iniziativa che, come dicevo, ha davvero fatto confluire la spiritualità nella musica, dimostrando il grande valore spirituale delle armonie d’Organo. Che, in questo caso, sono divenute anche autentica preghiera.

E, sicuramente, mostrando le potenzialità del grande Organo Serassi, che ha saputo dare il meglio di sé in tutti i repertori, rispondendo con bellissime timbriche. Che sono divenute davvero timbriche di lode e, nello stesso tempo, di passione per la Musica: passione evidente in chi ha suonato, e sicuramente in chi ha ascoltato, e spera di ritrovare ancora iniziative di questo tipo. Iniziative che, sicuramente, fanno bella la Musica e la elevano al rango che davvero merita.

Sergio Ragaini

 

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