BARZIO – Ventiquattro anni, non un filo di trucco, Mianmian Zhao che si fa chiamare Sabrina è una sinoitaliana o forse meglio una italocinese. Approdata nel nostro paese con i genitori in età di scuola elementare, ora gestisce con la sua famiglia una agenzia di viaggi per cinesi residenti in Italia. Ed è lei la madrina della prima competizione sugli sci di cinesi nazionale: “Prima anche in Europa: non è mai accaduto in precedenza” ci dice. Magari tra una decina di anni vedremo un giovane di origine cinese nella squadra azzurra di slalom? “Sarebbe bellissimo, non lo escludo” dice con occhi sorridenti.

Qui a Bobbio il battesimo della neve, suggeriamo. E lei con sorpresa ci apre un mondo, una dinamica sociale partita proprio qui, dalla Valsassina. Confermando che la comunità milanese proveniente dalla Cina, sulle piste della Valsassina, è ormai di casa (ne avevamo già parlato in un paio di occasioni).

“Dopo aver guardato altre stazioni sciistiche sia visitandole che cercando su Internet abbiamo scelto i Piani di Bobbio“. Perché? “Sono i più vicini, non distano molto da Milano e zone limitrofe”. Oh bella, niente di nuovo sotto il sole, viene da pensare. E invece: “Ci stiamo italianizzando, prendendo gli aspetti belli del vostro modo di vivere. Ad esempio non lavorare nel week end e viaggiare”.

Sì, ma Bobbio?
“Siamo arrivati qui, cinque anni fa, perché il posto era adatto ai principianti. Ma è stato un disastro. Non avevamo l’abbigliamento adatto. Sulle piste ci siamo presentati vestiti da città, in jeans. Non ti dico nelle discese, le abbiamo affrontate gettandoci senza aver mai indossato gli sci. Giù dritti facendoci male. Ma qui siamo stati aiutati”.

Che successo!?! Come siete riusciti quindi ad arrivare alla odierna gara con tanti partecipanti?
“All’inizio eravamo tra la dozzina e la trentina di persone tra adolescenti e quarantenni. Abbiamo capito come fare e adesso grazie a Massimo (Fossati, amministratore delegato dell’Itb, la società che gestisce gli impianti di risalita n.d.r) ci siamo a poco a poco organizzati. Abbiamo un maestro di sci tutto per noi”.

Il maestro parla cinese?
“No, ci capiamo a gesti e con il nostro italiano” spiega Mianmian con perfetta padronanza della lingua di Dante e Manzoni.

Allora le aziende cinesi di Milano e dintorni conoscono il gusto ristoratore del week end?
“Sì esatto, soprattutto tra i giovani sotto i 25 anni. E’ stato un processo graduale. All’inizio nella nostra agenzia lavoravamo in quattro tutti di famiglia, con sede a Milano. Ora siamo in sedici con filiali a Torino e Padova, organizziamo viaggi ogni settimana in vari posti”.

E adesso?
“Adesso in molti amano la montagna e la neve. A Capodanno siamo arrivati qui in sei pullman. E oggi abbiamo organizzato la prima gara competitiva europea”.

E non basta. A rendere l’evento ancora più rilevante,  la partecipazione alla premiazione di Yuhua Zhu (“Giuseppe”) già senatore della Repubblica popolare cinese, colui che ha gestito il padiglione della Cina all’Expo ed è presidente del Ferrari club di Shanghai. Rappresenta un ponte con il grande paese orientale e ama Bobbio: “Questi sono paesaggi bellissimi. Vede siamo nel pomeriggio, dovremmo già scendere in pianura, ma le mie figlie ancora sulle piste  non ci pensano per nulla di smettere”.

Tanto movimento nasconde opportunità di scambio sia con la comunità ‘italiana’ sia con i cinesi del Paese di origine? “Indubbiamente”. E per rendere più chiara l’affermazione il senatore Zhu estrae da una borsa un minuscolo sacchetto portagioie nero dai cordoni rossi, lo porge in dono. Dentro, uno scudettino da giacca della Ferrari, lo stesso da lui indossato, quale socio del club di Shanghai.

Nadia Alessi