SPECIALE/RISCALDAMENTO A BIOMASSA LEGNOSA: DI COSA STIAMO PARLANDO DAVVERO? LA SCHEDA DI VN



Sempre più spesso si sente parlare di efficienza energetica, energie rinnovabili e modalità innovative per la produzione d’energia. Soprattutto per quanto riguarda il riscaldamento degli ambienti si sente parlare di biomassa legnosa, dello sviluppo di nuove tecnologie e della filiera del legno. Ma se andiamo a fondo dell’argomento ci rendiamo conto che la biomaCaldaia a legnassa è sfruttata dall’uomo ormai da secoli; quello che è veramente cambiato è il modo di utilizzare la biomassa grazie a tecnologie ed impianti di ultima generazione che consentono di utilizzarla rispettando le più rigorose norme antinquinamento con un risparmio economico davvero notevole.

Teniamo presente infatti che per biomassa legnosa si intendono il legno, usato quasi da sempre dall’uomo per riscaldarsi, il cippato, le briquette e i pellet che ormai da anni vengono utilizzati per alimentare stufe, camini e caldaie.

Proprio sulle modalità di sfruttamento di questa importante fonte energetica, rinnovabile e preziosa per il rispetto da parte dell’Italia degli impegni internazionali assunti per la riduzione delle emissioni di gas serra, si è concentrato lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni, in particolare grazie ad aziende altoatesine.

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Mai più soldi ‘bruciati’ per riscaldare

Infatti la biomassa legnosa secca per il riscaldamento degli ambienti, è veramente pulita solo se è prodotta ed utilizzata rispettando determinati criteri; la combustione della biomassa con sistemi tradizionali quali stufe a legna o camini presenta degli inconvenienti come l’emissione di polveri sottili oltre a non consentire il completo sfruttamento del potere calorifico del combustibile. L’utilizzo di stufe tradizionali e camini porta alla dispersione, sotto forma di fumo di scarico, del 40% circa del calore, potenzialmente sviluppabile dal combustibile; questo fattore comporta, oltre ad uno spreco di materiale, anche una perdita in termini economici e l’emissione in atmosfera di polveri sottili inquinanti, che non vengono ridotte ed abbattute mediante accorgimenti tecnici e filtri come avviene invece negli impianti di ultima generazione.

Caldaia a cippato

Le modalità di utilizzo della biomassa legnosa per il riscaldamento domestico, in base a quanto detto sopra, risulta essere un tema davvero importante anche se si pensa ad esempio che nel 2011 (ultimo dato certo disponibile) sono state vendute sul mercato italiano circa 200mila tra stufe, caldaie e termo camini (fonte: Amici della Terra). Per il 98% si tratta di stufe a legna o pellet, per il 2% di caldaie che sono utilizzate per un terzo in impianti centralizzati. Il numero degli apparecchi di questo tipo installato in Italia è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni.

Caldaia a legna 3Proprio nell’utilizzo delle caldaie a biomassa di ultima generazione, sviluppate nei decenni passati soprattutto in Austria e Germania, ed oggi in fase di diffusione anche in Italia, si potrebbe concretizzare una vera possibile svolta nell’utilizzo della biomassa per il riscaldamento domestico, sia in termini ambientali che in termini economici. Queste tipologie di caldaie sviluppate, principalmente nelle valli altoatesine da ditte estremamente specializzate, consentono uno sfruttamento estremamente efficiente del potere calorifico della biomassa. Caldaie a controllo elettronico per la combustione di legna, pellet o cippato hanno raggiunto ormai efficienze superiori al 92%; questo significa che meno del 10% del potere calorifico della biomassa finisce in atmosfera, sotto forma di fumi di scarico, con una quasi totale riduzione delle polveri sottili.

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Questo porta di conseguenza ad una forte convenienza anche in termini economici nello sfruttamento della biomassa visto che, sia nelle caldaie a legna o cippato, che in quelle a pellet, si riesce sostanzialmente a sfruttare quasi il 100% della potenzialità del combustibile.

A livello economico la convenienza nell’utilizzo intelligente, di questa importantissima risorsa, risulta evidente confrontando dati ed analisi di mercato; pensiamo ad esempio che a parità di calore sviluppato in un anno, il risparmio nell’utilizzo di una caldaia a legna rispetto a ad una caldaia a gasolio o a GPL è superiore al 50-60%. Anche la sostituzione di un impianto a gasolio o GPL con un impianto a pellet porta ad avere risparmi intorno al 35-40%. È utile ricordare infine che questi impianti godono delle detrazioni fiscali previste dal governo, sia in termini di ristrutturazione edilizia (detrazione del 50% in 10 anni) che di riqualificazione energetica (detrazione del 65% in 10 anni)

Caldaia a pellet 3Non ultimo, la diffusione di questi impianti – integrata da una efficiente gestione della risorsa boschiva – sta portando nelle zone montane allo sviluppo della filiera del legno, ovvero uno sfruttamento sostenibile di boschi e foreste per ottenere un combustibile naturale e rinnovabile.

Possiamo concludere questa descrizione generale sulla biomassa dicendo che scaldarsi con il legno in modo efficiente e sostenibile è possibile, facendo una cosa utile alle proprie tasche e molto, molto importante per l’ambiente.

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